MACRON RIUSCIRÀ A FAR CAMBIARE L’EUROPA?
Ho capito male o in Francia c’è un nuovo presidente della Repubblica? Ha capito benissimo. Si chiama Emmanuel Macron, ha 39 anni, è sposato con una signora di 64 che fu sua professoressa al liceo e lo sedusse quando aveva 16 anni. La professoressa, di nome Brigitte Trogneux, all’epoca aveva marito e tre figli. Ma forse non dovremmo parlare di questo. No, in questo caso ci interessa la politica. Che cos’è
questo Macron? Un socialista? Un gollista? No, uno dei risultati più significativi del ballottaggio di domenica scorsa è proprio questo: per la prima volta nella storia sono spariti i partiti tradizionali, niente socialisti né gollisti. Macron è un centrista, la sua avversaria al ballottaggio era Marine Le Pen, la leader del partito fascista Front National. Si dice che vincendo (per qualcosa come 66 a 34) Macron abbia salvato l’euro e l’unità europea. La sua avversaria si proponeva, se eletta, di indire un referendum per uscire dalla moneta unica. Macron dice di voler modificare l’Unione europea, introducendo importanti riforme. Ma non si sogna di spaccarla.
Quali riforme? Per esempio un ministro delle Finanze europeo. Un Fondo europeo per la Difesa. E anche aiuti alle aziende che producono in Europa almeno il 50% del loro fatturato. Dovrà vedersela con la Merkel, ma soprattutto col Parlamento che sarà eletto a giugno e nel quale probabilmente non avrà la maggioranza.
Come mai? Il 43 per cento di quelli che lo hanno votato domenica scorsa dice di aver scelto lui solo per impedire alla fascista Marine Le Pen di entrare all’Eliseo. Significa che alle elezioni dell’11 e del 18 giugno chi ha scelto Macron per la presidenza tornerà a uno dei partiti tradizionali, la destra gollista di Fillon (accreditata di un 24%) o il partito della Le Pen (22%) oppure i socialisti (8%). Il movimento di Macron - La République en marche - è nato appena da un anno: non sarà semplice sottrarre voti ai partiti tradizionali.