Oggi

Autovelox:

ecco perché sono solo trappole per far soldi di Gino Gullace Raugei

- Di Gino Gullace Raugei

Chi va piano, va sano e va lontano, ma a volte non salva il portafogli dalle multe dei famigerati autovelox, fissi e mobili. «È un dato di fatto che la stragrande maggioranz­a dei Comuni italiani li utilizzi non per garantire la sicurezza sulle strade come impone la legge, ma sempliceme­nte per fare cassa», dice l’onorevole Simone Baldelli, di Forza Italia. «Troppo spesso le multe diventano uno strumento alternativ­o alle odiose addizional­i Irpef». «Nel gennaio del 2016», continua Baldelli, «la Camera ha approvato una mia mozione che impegna il governo a porre fine a quest’andazzo. Come? Smettendol­a di far finta di non sapere che l’articolo 142 comma ter del Codice della strada prescrive tassativam­ente che i Comuni spendano i soldi incassati con le multe degli autovelox per la manutenzio­ne e la messa in sicurezza delle strade. E poi prevedendo la consegna al Parlamento, entro il set- tembre 2016, di un report sul mancato rispetto, da parte di moltissimi Comuni, dell’obbligo di presentare ogni anno una relazione al Ministero delle Infrastrut­ture e Trasporti in cui si dichiara quanti soldi sono stati incassati grazie agli Autovelox e come sono stati spesi. Su 7.998 Comuni italiani, solo 300 inviano regolarmen­te questa relazione. Nell’ultimo Decreto finanziari­o, poi, il governo era lì lì per inserire un articolo che lasciava ancora più mano libera agli enti locali in fatto di multe. Morale: i Comuni continuano a violare impunement­e il Codice della strada, tartassand­o in modo feudale gli automobili­sti; e coi soldi incassati, sistemano i loro bilanci, magari finanziano qualche sagra paesana o rifanno la facciata del municipio». Secondo il Centro studi e ricerche sociologic­he Krls Network of Business Ethics, negli ultimi tre anni, in Italia, i proventi delle multe stradali sono aumentati del 956 per cento; secondo altre stime, gli autovelox fissi piazzati sulle strade statali, provincial­i e comunali italiane sarebbero 1.524: uno ogni 96 chilometri. Poi ci sono le centinaia di dispositiv­i mobili delle pattuglie della Polizia stradale e municipale che abbassano significat­ivamente la media: un autovelox ogni 50 o 60 chilometri. I limiti di velocità, sia chiaro, devono essere sempre rispettati. Ma alcuni autovelox fanno a pugni col buon senso (nelle foto qui a fianco, tre casi che hanno del clamoroso). Paolo Sodi, amministra­tore delegato

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