Belén Rodríguez
In tribunale per Corona: «Io e Fabrizio eravamo una coppia esplosiva»
Fabrizio Corona non le toglie gli occhi di dosso. Belén Rodriguez incrocia il suo sguardo e sorride. Sono stati insieme dal 2009 al 2012. Da allora non si sono più visti. Sono a cinque metri l’uno dall’altra. Ma la distanza che li divide sono cinque anni. E tutte le cose, belle e brutte, successe in questi cinque anni. «Eravamo una coppia esplosiva», dice lei. Ha ragione, ma quel che oggi rimane della loro storia non fa rumore. È fatto di silenzi e va letto sulle espressioni dei volti, come lo spezzone di un film senza parole. Dura un attimo e si consuma al terzo piano del Palazzo di Giustizia di Milano, dentro un’aula blindata come neanche il privé dell’Hollywood degli anni d’oro. A prova di paparazzo. Compreso il loro re, camicia blu, occhiali e taglio tattico, seduto al banco degli imputati, marcato a vista da due avvocati e sovrastato da agenti che lo scortano avanti e indietro dal carcere. È sotto processo, l’ennesimo, per 2,6 milioni di euro nascosti in controsoffitti milanesi e cassette di sicurezza austriache. Un tesoretto che secondo la Direzione distrettuale antimafia potrebbe essere di provenienza sospetta. Belén non c’entra. Tacchi rossi contundenti, top bianco e chiodo in pelle nera, aderente al suo personaggio e a un paio di jeans anatomici, lei è una semplice testimone, chiamata a descrivere la portata e l’origine del fiume di danaro che per anni ha visto scorrere sotto i suoi occhi. È l’ultimo atto di un’udienza delicata.