Oggi

Irina Shayk

La pubblicità di intimo della modella distrae gli automobils­ti

- di Andrea Greco

Mentre Hollywood ci bombarda con l’ennesimo sequel di Alien, l’Italia subisce l’invasione di altre creature di fantascien­za: le “Ultra Irine”, ossia la versione in due dimensioni (sono più che suffi- cienti) della supermodel­la russa Irina Shayk, la cui gigantogra­fia pubblicita­ria è appesa, se non a ogni angolo di strada, a uno sì e a uno no. Così, quando si va a spasso, la sensazione è quella di essere sorvegliat­i da un esercito di femmine galattiche replicanti che ci guardano dall’alto, nella magnificen­za dei cartelloni pubblicita­ri 6x3. Ci vegliano come delle dee, e fissandoci dritto negli occhi, col loro sguardo di lampi verde-turchese, fiere come tigri siberiane, ci consegnano telepatica­mente il loro messaggio per l’umanità: «Compra il reggiseno tal dei tali». Quando ci si imbatte in una di loro, tutti alzano lo sguardo. Gli uomini si concentran­o su tre elementi: A) le labbra carnose e impercetti­bilmente socchiuse; B) i seni che occhieggia­no dal reggiseno, più tondi degli anelli di Saturno ( per rimanere in tema di corpi celesti); C) l’angolo in basso a sinistra del cartellone, dove l’insieme delle linee di fianchi, perizoma e coscia trascina i maschi in una vertigine geometrico-percettiva, come davanti a un problema di trigonomet­ria. Le donne, più sbrigative, danno una sola occhiata-laser. Se sono fortunate trovano un difetto alla “Ultra Irina”, altrimenti derubrican­o tanto splendore alla voce “miracoli del Photoshop”.

Ora, la domanda è: quanti si ricordano del messaggio “comprate il reggiseno tal dei tali” e quanti invece ricordano solo occhi e curve di Irina? Oliviero Toscani, che all’inizio degli Anni 70 scandalizz­ò l’Italia, e fece indignare Pierpaolo Pasolini, con la pubblicità dei Jesus Jeans (un lato B in hot pants con lo slogan «Chi mi ama mi segua»), spara a zero: «Ormai è più importante chi si fotografa di come si fotografa. Prendi una star, la metti in mutande, scatti e hai fatto. Va bene, ma l’idea dove diavolo è? Mi dica a cosa servono i direttori creativi delle agenzie di pubblicita­rie: che siano creativi è solo una balla per farsi pagare di più dal loro cliente, che raramente è un Nobel per la Letteratur­a e si fa infinocchi­are. Che vergogna... È una pubblicità senza intelligen­za. Le dico di più: la crisi di cui tutti si lamentano è anche colpa di pubblicità come questa, di chi ra- giona così. Non c’è ricerca né fantasia, e alla fine nemmeno funziona: non fa vendere di più. Guardi, io non uso le top model, e sa perché? Perché le top model le usano i brocchi. Ad esempio prendono George Clooney per vendere il caffè. Che banalità: Clooney prendilo per vendere i Tampax, almeno ci sarebbe un briciolo di di sorpresa».

L’ANTEPRIMA DELLA FOTO HA AVUTO 200 MILA LIKE

Sarà. Ma il fenomeno della “Ultra Irina” s’è riverberat­o sui social: quando l’anteprima della foto della campagna pubblicita­ria è stata pubblicata su Instagram, ha raccolto 200 mila like in meno di 24 ore, mentre su Facebook i gruppi dedicati alla Shayk sono centinaia. In uno un utente confessa: «Tra Bologna e Ferrara, un cartellone su due è di Irina, è stata dura mantenere il controllo e guardare la strada». C’è chi, dopo aver ammirato la top model, ha lanciato su Facebook una petizione «per fare Irina Shayk ministro della Salute». E in effetti lei sembra sprizzare energia, nonostante la biografia da libro Cuore. Nasce a Emanzelins­k, una polverosa cittadina ai confini col Kazakistan, 31 anni fa. Il padre, minatore, muore quando ha 14 anni, lasciando la famiglia in miseria. Irina si specializz­a nel salto del pasto, fino a quando qualcuno non fa decollare la carriera di modella. Dopo una lunga relazione con Cristiano Ronaldo, a proposito del quale Irina ha dichiarato «Mi faceva sentire inadeguata e poco sexy», ora sta con l’attore Bradley Cooper, da cui ha appena avuto una figlia: Lea de Seine. Alla piccola, a differenza della madre, non mancherà nulla, a parte un nome normale.

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