Irina Shayk
La pubblicità di intimo della modella distrae gli automobilsti
Mentre Hollywood ci bombarda con l’ennesimo sequel di Alien, l’Italia subisce l’invasione di altre creature di fantascienza: le “Ultra Irine”, ossia la versione in due dimensioni (sono più che suffi- cienti) della supermodella russa Irina Shayk, la cui gigantografia pubblicitaria è appesa, se non a ogni angolo di strada, a uno sì e a uno no. Così, quando si va a spasso, la sensazione è quella di essere sorvegliati da un esercito di femmine galattiche replicanti che ci guardano dall’alto, nella magnificenza dei cartelloni pubblicitari 6x3. Ci vegliano come delle dee, e fissandoci dritto negli occhi, col loro sguardo di lampi verde-turchese, fiere come tigri siberiane, ci consegnano telepaticamente il loro messaggio per l’umanità: «Compra il reggiseno tal dei tali». Quando ci si imbatte in una di loro, tutti alzano lo sguardo. Gli uomini si concentrano su tre elementi: A) le labbra carnose e impercettibilmente socchiuse; B) i seni che occhieggiano dal reggiseno, più tondi degli anelli di Saturno ( per rimanere in tema di corpi celesti); C) l’angolo in basso a sinistra del cartellone, dove l’insieme delle linee di fianchi, perizoma e coscia trascina i maschi in una vertigine geometrico-percettiva, come davanti a un problema di trigonometria. Le donne, più sbrigative, danno una sola occhiata-laser. Se sono fortunate trovano un difetto alla “Ultra Irina”, altrimenti derubricano tanto splendore alla voce “miracoli del Photoshop”.
Ora, la domanda è: quanti si ricordano del messaggio “comprate il reggiseno tal dei tali” e quanti invece ricordano solo occhi e curve di Irina? Oliviero Toscani, che all’inizio degli Anni 70 scandalizzò l’Italia, e fece indignare Pierpaolo Pasolini, con la pubblicità dei Jesus Jeans (un lato B in hot pants con lo slogan «Chi mi ama mi segua»), spara a zero: «Ormai è più importante chi si fotografa di come si fotografa. Prendi una star, la metti in mutande, scatti e hai fatto. Va bene, ma l’idea dove diavolo è? Mi dica a cosa servono i direttori creativi delle agenzie di pubblicitarie: che siano creativi è solo una balla per farsi pagare di più dal loro cliente, che raramente è un Nobel per la Letteratura e si fa infinocchiare. Che vergogna... È una pubblicità senza intelligenza. Le dico di più: la crisi di cui tutti si lamentano è anche colpa di pubblicità come questa, di chi ra- giona così. Non c’è ricerca né fantasia, e alla fine nemmeno funziona: non fa vendere di più. Guardi, io non uso le top model, e sa perché? Perché le top model le usano i brocchi. Ad esempio prendono George Clooney per vendere il caffè. Che banalità: Clooney prendilo per vendere i Tampax, almeno ci sarebbe un briciolo di di sorpresa».
L’ANTEPRIMA DELLA FOTO HA AVUTO 200 MILA LIKE
Sarà. Ma il fenomeno della “Ultra Irina” s’è riverberato sui social: quando l’anteprima della foto della campagna pubblicitaria è stata pubblicata su Instagram, ha raccolto 200 mila like in meno di 24 ore, mentre su Facebook i gruppi dedicati alla Shayk sono centinaia. In uno un utente confessa: «Tra Bologna e Ferrara, un cartellone su due è di Irina, è stata dura mantenere il controllo e guardare la strada». C’è chi, dopo aver ammirato la top model, ha lanciato su Facebook una petizione «per fare Irina Shayk ministro della Salute». E in effetti lei sembra sprizzare energia, nonostante la biografia da libro Cuore. Nasce a Emanzelinsk, una polverosa cittadina ai confini col Kazakistan, 31 anni fa. Il padre, minatore, muore quando ha 14 anni, lasciando la famiglia in miseria. Irina si specializza nel salto del pasto, fino a quando qualcuno non fa decollare la carriera di modella. Dopo una lunga relazione con Cristiano Ronaldo, a proposito del quale Irina ha dichiarato «Mi faceva sentire inadeguata e poco sexy», ora sta con l’attore Bradley Cooper, da cui ha appena avuto una figlia: Lea de Seine. Alla piccola, a differenza della madre, non mancherà nulla, a parte un nome normale.