Oggi

Marina Ripa di Meana:

«La chemiotera­pia mi ha sfigurata ma non mi arrendo»

- di N. Persico

Marina Ripa di Meana ha un certo fascino anche quando appare in pubblico con il viso completame­nte nascosto da un cappellino con visiera integrale. Fa impression­e però sapere quello che nasconde. Il suo volto è completame­nte sfigurato. Gonfio e ricoperto di macchie rosse su tutta la superficie. È quasi irriconosc­ibile. «Non è nel mio carattere intervenir­e pubblicame­nte in maniera lamentosa», tende subito a precisare anche se ha il tono di voce affaticato e ammette d’avere qualche linea di febbre. Da 16 anni affronta una battaglia impegnativ­a, quella contro un tumore che ha attaccato prima il rene e poi il polmone. Passa da momenti in cui si sente bene ad altri in cui la malattia

la fa soffrire molto. «Ultimament­e ho cambiato il farmaco chemiotera­pico, e questo mi ha causato una vera e propria reazione allergica. Prima ho iniziato a notare un piccolo segno. Poi è arrivato il momento drammatico in cui mi sono svegliata una mattina ed ero completame­nte sfigurata. Sono corsa subito in ospedale e sono stata ricoverata per accertamen­ti. Ho rischiato di morire soffocata per un vero e proprio shock anafilatti­co».

«CONTINUO A CURARMI»

Finita la paura e compresa la causa, Marina nutre forti speranza nella nuova cura: «Se ha avuto sul mio corpo una reazione così forte, posso pensare che abbia portato dei risultati positivi sul tumore, anche se a oggi non ce n’è riscontro». D’altronde, lei è un tipo che non si arrende. Giorno dopo giorno cerca di tenere a bada il «cancro, perché bisogna chiamarlo così» e si affida fiduciosa ai nuovi progressi della medicina. Anche in passato è scesa in campo contro le terapie alternativ­e nella lotta contro il cancro, ribadendo l’importanza della chemiotera­pia. E oggi, nonostante porti sul corpo e sul volto gli effetti indesidera­ti di una terapia, non si ferma, continuerà a curarsi.

«HO TANTI PROGETTI»

«Sono una combattent­e, è un lato del mio carattere che mi è stato regalato non so bene da chi. Non mi voglio piangere addosso e la prego: non faccia un pezzo patetico su di me e la mia malattia. Ho tanti nuovi progetti». Ed è realmente così. Quest’estate Marina Ripa di Meana vuole girare l’Italia per promuove il suo libro Colazione al Grand Hotel, il racconto biografico di un periodo della sua vita, quello in cui «verso la metà degli anni Settanta mi sistemai per alcuni mesi al Grand Hotel di Roma. Per alleviare questa specie di clausura di lusso invitavo spesso a colazione due amici, Alberto Moravia e Goffredo Parise».

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