Legittima difesa
Le nuove norme sono in discussione al Senato
Per alcuni è troppo; per altri troppo poco. La proposta di legge di riforma della legittima difesa, ora al Senato, ha scatenato polemiche tra chi ritiene sacrosanto il diritto di difendersi con le armi in casa o nel proprio esercizio commerciale (nel 2016 ci sono state 5.337 rapine in bar e negozi e 3.064 in appartamenti) e chi teme un Far West. Secondo le nuove norme, sarebbe legittimo sparare a ladri e rapinatori, sempre di notte e se l’azione di autodifesa è indotta da un turbamento psichico generato dalla percezione di un grave rischio per i propri familiari e cose. Di giorno, se l’ingresso avviene con minacce, violenze e inganno. In concreto che cosa cambia? La risposta ce la dà il drammatico caso di Carlo Diana, meccanico di Villa Literno (Caserta), che nel marzo del 2016 sparò e uccise un pluripregiudicato albanese di 37 anni. Erano le 3 di notte e Diana, la moglie e il figlio sedicenne nella loro villetta non si resero conto dell’intrusione di tre ladri che arraffarono soldi, chiavi dell’auto e telecomando del cancello. Mentre i tre stavano per scappare con l’auto rubata, arrivò al cancello di casa la figlia ventenne di Diana. La ragazza vide i malviventi e telefonò al padre che uscì colpi contro le sagome che si muovevano nell’ombra. Una pallottola uccise un ladro. «Ho avuto paura», disse Carlo Diana, «volevo solo salvaguardare la mia famiglia. Ho pensato a mia figlia in strada e non ho capito più nulla: non ho sparato per uccidere».
TUTTO IL PAESE PROTESTA
Tutta Villa Literno si mobilitò a difesa di Carlo Diana. Ci furono manifestazioni, ma il meccanico fu indagato per eccesso colposo di legittima difesa e dopo le prove balistiche e la visione di un filmato registrato da una tele- camera, il capo di imputazione fu mutato in omicidio volontario. Diana rischia 20 anni di carcere. E se fosse già in vigore la nuova normativa? «In generale, quando si uccide un ladro o rapinatore che sta scappando non si può mai invocare la legittima difesa», ci dice l’avvocato Caterina Malavenda. «In casi come questi, la condanna è pressoché scontata. Con la nuova normativa approvata dalla Camera, i margini di difesa potrebbero però essere molto più ampi: il fatto è accaduto di notte. I giudici, in ogni caso, ma anche con la legge vigente, non potranno non tenere conto della paura di un padre in ansia per l’incolumità della figlia che si trova proprio sulla via di fuga dei malviventi. Insomma, l’esito del processo comunque rimane incerto».