GIORGIO DELL’ARTI
Sento dire che è nato un partito degli animalisti. Per ora si chiama «movimento». Potrebbe essere una formula prudenziale. Si presenterà alle elezioni? Chissà. Molto dipenderà dalla legge elettorale, in discussione adesso. Se il sistema premierà le coalizioni, allora il Movimento animalista potrebbe portar voti a una lista principale, che dovrebbe essere Forza Italia. Se il sistema premierà le liste, invece, credo che gli animalisti - i quali contano su una quantità di associazioni in Italia (oltre 50) - dovranno limitarsi a fare opinione. Non vedo i difensori di cani, gatti, uccelli, cinghiali, lupi, delfini superare la soglia di sbarramento, che sia del 3 o del 5%.
Gli animalisti sono una specie di Verdi, no? Comemai allora si metterebbero con Berlusconi? Sì, il Movimento degli animalisti va di sicuro iscritto alla vasta galassia degli ambientalisti, di cui, politicamente, i Verdi sono la punta di diamante. È vero che nell’ultimo ventennio i Verdi si sono caratterizzati come forza di estrema sinistra. Ma, a sorpresa, la prima adesione entusiastica al Movimento è venuta da Carla Rocchi, presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), quattro legislature proprio con i Verdi. «Un partito animalista è una svolta positiva. Sui temi che riguardano gli animali in Parlamento c’è il deserto». Su Berlusconi, l’arcinemico di un tempo, ha detto: «Si è messo in gioco, lo apprezzo. Ben venga».
Com’è strutturato questo nuovo Movimento? Il presidente è Michela Vittoria Brambilla, animalista non dell’ultim’ora. Tra i fondatori c’è Berlusconi, che ai giornalisti ha detto: «Qui in sala c’è anche mia nipote Nicole che ha messo in piedi una struttura per aiutare i cavalli». Ad ascoltarlo c’eraWalter Caporale, presidente degli Animalisti italiani: «Sono stato di sinistra, ti ho combattuto per 20 anni. Scusami».
È per questo che Berlusconi, a Pasqua, s’è fatto fotografarementre allattava un agnellino? Sì, suscitando però l’irritazione dei macellai.