LUCA GOLDONI
Abbiamo scelto un cucciolo nel canile municipale, mia moglie l’ha battezzato Snoopy perché assomiglia al bracchetto di Linus e ora tocca a me portarlo nella vecchia casa sull’Appennino. Sto guidando sulla via Emilia, a nord di Bologna, quando la sensazione di una gomma sgonfiami consiglia di accostare e controllare. Tutto ok. Faccio per risalire, il cucciolo raspa festoso sul finestrino, ma la portiera è bloccata. Non so darmene una ragione, so che sono chiuso fuori. Senzadocumenti, senza telefonino, senza un cent. Espongo la mia condizione a un ciclista che avanza un’ipotesi: sulla Ypsilon (che conosco poco perché è di miamoglie) accanto al freno a mano c’è il tasto della chiusura anti aggressione, evidente che il cucciolo ci ha messo su una zampa. Il brav’uomo mi offre il suo smartphone, chiamomiamoglie che però ha un’idea personalissima del cellulare: lo attiva solo quando ne ha bisogno lei. Il ciclista mi indica un elettrauto che raggiungo con una maratona. Che macchina è? UnaYpsilon. Scuote la testa: «Tutto elettronico: se vuole le scardino il cofano e stacco la batteria». Grazie, ci penso. Torno all’auto circoncondata da gente indignata: non mi vergogno a sequestrare una bestiola sotto il sole? Spiego che l’ostaggio sono ioemi allontano scovando un carrozziere disposto a seguirmi. Qualcuno ha chiamato un vigile inmoto che si leva il casco: «Lei conosce l’articolo 777 sul maltrattamento di animali?». Ribatto: «E lei conosce quello sul maltrattamento di padrone?». Il carrozziere riassume: «Una volta si tentava con il fil di ferro di agganciare il pirolino. Ma qui ci vuole un mattone contro il vetro». Una ragazza insorge: «Le schegge possono ferire il cucciolo», emi guarda come un Erode. Si arresta un taxi, l’autista mi allunga una chiave: «È quella di riserva, suamoglie dice di starepiù attento». Apro la portiera e scoppia un applauso, ormai è uno sport nazionale. So che è per tutti, taxista, miamoglie, vigile, cucciolo martire. Ma non per me.