SERENA GRANDI
Torna al cinema e ricorda l’ingiusto arresto.
Dico spesso che il tempo cura le ferite, che non penso al passato, a quei 157 giorni del 2003 trascorsi agli arresti domiciliari, accusata di spaccio di coca e sfruttamento della prostituzione. Per essere poi scagionata, innocente, prima del processo. Ma non è così». Lo sfogo di Serena Grandi arriva a metà di questa intervista, con la voce un po’ tremante. Invece, per i primi ventiminuti, ha commentato con gioia i suoi recenti successi. Sì, perché la sex symbol lanciata da Tinto Brass negli Anni 80, riscoperta con La Grande Bellezza da Sorrentino nel 2013, ora è al cinema con due film: Due uomini, quattro donne e unamucca depressa, accanto a Neri Marcorè, e nella commedia My Italy di Bruno Colella. Non solo. Gira l’Italia conMolto rumore per nulla di Shakespeare. Per lei è una rivincita. L’arresto nel 2003. I giornali scatenati... Che cosa ricorda? «È stato terribile. Una macchina del fango. Non c’erano prove, non c’era nulla, hanno perquisito la mia abita- zione senza trovare niente. Figuratevi, avevo un bambino in casa, mio figlio Edoardo. Avevo deciso di non fare più cinema per occuparmi di lui, tirarlo su senza un padre. E loro, invece, hanno preferito buttare fango sulla gente. Oggi sono tranquilla. Ma covo dentro la rabbia. Credo che il pubblico, in fondo, sapesse che ero innocente». In questi giorni le indagini scava- no sul padre di Renzi. «Seguo la vicenda sui giornali e sto dalla sua parte. Penso che Matteo Renzi abbia fatto cose importanti. Sono appena stata al sud a teatro e ho percorso la Salerno-Reggio Calabria, ha fatto una grande cosa. Forse all’ex premier dovremmo dare più ascolto. Mi viene in mente...». Che cosa? «L’assedio: intervistarono perfino una mia cameriera che diceva che non le avevo pagato i contributi». Ora però è al cinema con due film da ridere. «Sì, in Due uomini, quattro donne..., ambientato in Spagna, sono una cameriera muta, infelice perché abbandonata dal suo torero. Mami unisco a un fantastico coro di paese e ritrovo la felicità. Ehi ragazzi, andate via adesso!». ( Mentre parliamo i suoi cani, la bassotta Mia e il chihuahua Leone, saltano sul letto). La Grandi torna alla grande. «Davvero. Non me lo sarei mai aspettato. Ero qui a Rimini, casa mia, la
mia piccola Miami, avevo aperto con mio figlio un ristorante, ed ecco che è arrivata quella telefonata. Nonèmerito di Sorrentino. Nulla accade per caso». E le nozze con l’imprenditore Luca Iacomoni? Dica la verità, le ha cancellate. «Dovevamo sposarci il 23 marzo. Ma io non volevo perdermi questa cosa a teatro, recitare Shakespeare. Poi, quando rimandi ti viene sempre meno voglia di farlo. Ma vorrei sposarmi all’estero. Al mare, magari lungo una spiaggia in Africa. Mentre Luca, toscano, preferirebbe in collina». L’abito ce l’ha già? «No, volevo fare qualcosa in stile Kardashian» ( ride). L’amore resiste? «Resiste perché io abito qui, ci incontriamo solo al weekend o viaggiamo. Non c’è la quotidianità, noiosissima. Ci piace andare a cena fuori. Peccato che da lui inToscana ci siano quei formaggi buonissimi». Ma non era a dieta? «Mica tanto. Ieri sera, mi è scappato un dolce al cioccolato. Un po’ di trasgressione ci vuole. E poi devi ascoltare il tuo corpo. Oggi avevo bisogno di uova, e ho mangiato uova, ieri sera lenticchie. Però niente carne, solo pesce e verdure». È pescetariana. «Si dice così? A volte però in Toscana la chianina bisogna mangiarla. Se sono ancora gonfia è perché ho seri problemi di tiroide, devo prendere le medicine e stare a dieta tutta la vita. Vado in palestra ma soprattutto cammino lungo la spiaggia con imiei cani». Ci racconta il provino per Miranda? «TintoBrassmi vide alMotor Showdi Bologna, entravo in scena in moto cantando. A Roma mi proposero un provino con Brass. Ero lì, svestita come voleva lui, e come voleva sua moglie La Tinta ( Carla Cipriani, ndr). Lei faceva la costumista con gusto, ci eravamo visti per mesi, prima. Quando abbiamo provato, era già una cosa in grande, con truccatori, stilisti, direttore della fotografia. E Tinto mi chiedeva di dire quelle cose forti. Io ero un po’ ingenua. Ripetevo sempre: “E allora?” e nel film quell’intercalare è rimasto. Poi mi ha chiamato: “Mirandolina sei tu”» Aveva 25 anni. Nessun pudore? «In certimomenti ero intimorita. Però volevo arrivare. A fine riprese, tornavo a essere Serena Faggioli ( è il suo vero nome, ndr)». Con Rimini Rimini fu il nudo integrale. «Ah, lo girammo proprio qui, di fronte a casa mia». Difficile poi liberarsi del clichè «Eccome. Ora vorrei fare solo teatro, essere la nuova Valeria Moriconi». Rimpianti? «Nessuno. Ogni giorno è stato una pagina di vita».