Il giallo di Valencia
Com’èpos-sibile che lo studente si sia suicidato?
Giacomo Nicolai aveva 24 anni, era originario di Fermo, si stava laureando in ingegneria e la sera del 21 marzo scorso è stato trovatomorto sul suo letto, nella camera di un appartamento che condivideva a Valencia con altri studenti come lui. Era disteso faccia in su, aveva la mano destra appoggiata sul ventre, la sinistra allungata sul fianco e nel petto un coltello da cucina affondato all’altezza del cuore. Chiunque avesse visto la scena avrebbe pensato a un omicidio. Non la polizia spagnola che condusse un’indagine a tempi record e la chiuse dopo due giorni come l’atto volontario di uno studente infelice o depresso.
LA PORTA ERA SOCCHIUSA
È una conclusione che oggi, a distanza di due mesi, è schiacciata sotto un’infinità di dubbi e rischia di provocare un braccio di ferro tra la giustizia italiana e spagnola. «Quando io e miomarito Stefano siamo arrivati a Valencia», dice Erminia, mamma di Giacomo, «eravamo sotto choc e all’inizio abbiamo preso atto delle conclusioni degli inquirenti senza che da parte nostra si riuscisse a obiettare qualcosa. Poi rientrando abbiamo capito che qualcosa non andava. Mio figlio era un ragazzo sano, era sereno, studiava, aveva dei progetti, lo avevamo sentito da poco e non aveva problemi per cui non si capisce perché mai avrebbe dovuto farla finita. Perché poi in quel modo». L’autopsia parla di tre colpi. La prima coltellata ha spezzato una costola e ha raggiunto il fegato. La seconda ha perforato il polmone. La terza, finale, ha centrato il cuore e non ha lasciato scampo. E questo, si sono chiesti i genitori, sarebbe un suicidio? E come può un caso del genere, avvenuto in una camera dove la porta era socchiusa, in un appartamento dove c’era un perenne viavai di studenti, essere archiviato in 48 ore, senza aver verificato l’alibi di tutti i frequentatori della casa, senza aver raccolto tracce biologiche, senza aver esaminato i tabulati della vittima, senza mai aver preso in considerazione una strada alternativa?
IL PM: «RIAPRITE IL CASO»
L’avvocato Igor Giostra, legale della famiglia Nicolai, ha riunito tutti i dubbi in una memoria e l’ha depositata alla Procura di Roma, competente per i casi esteri. Il PmMarcello Monteleone l’ha letta e ha deciso di procedere. Ha autorizzato l’esame tossicologico e la ripetizione dell’autopsia ma soprattutto ha convocato nel suo ufficio il magistrato di collegamento spagnolo. Monteleone ha chiesto al collega iberico di trasmettere alla procura di Valencia tutti i dubbi sull’ipotesi suicidio, con un invito a riaprire l’indagine per il reato che al momento sembra il più plausibile: l’omicidio.