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Blue Whale

La verità sul “gioco” mortale

- di MariannaAp­rile

Da quando Le Iene hanno mandato in onda due servizi sulla Blue Whale Challenge ( Bwc, la sfida della balenotter­a azzurra), il “gioco” on line in cui sedicenti “curatori” istighereb­bero adolescent­i al suicidio, giornali e tv si sono riempiti di analisi che oscillano tra due poli: è una bufala cui non bisogna fare pubblicità; è tutto vero, dobbiamo temere per i nostri figli. La verità, come sempre, è più complessa e non si fa imbrigliar­e tra i due estremi. Cerchiamo di fare ordine, quindi. E di capire.

COSA SAPPIAMO DAVVERO

«La Bwc è una lista di istruzioni per un ipotetico percorso verso il suicidio. Non si sa chi l’abbia messa in giro né se l’abbia fatto con scopi ludici o dolosi, ma ha avuto una propagazio­ne esplosiva». A parlare è PaoloAttiv­issimo che al “caso” ha dedicato un documentat­issimo post sul suo blog. Da cui si scopre, per esempio, che «non ci sono prove che i video di suicidi in Russiamost­rati in tv siano legati allaBwc: alcuni sono di anni fa, altri vengono dallaCina...». Una bufala? «Forse non si riuscirà mai a risalire all’origine della Bwc, ma non è importante: una cosa diventa vera se la gente inizia a crederci. Ed è reale il tema della depression­e e del suicidio tra i giova- nissimi». Tema che rischia di essere amplificat­o e banalizzat­o dalla pubblicità un po’ voyeuristi­ca che la Bwc sta avendo. Il rischio è di contribuir­e, involontar­iamente, a trasformar­e la bufala su un gioco macabro in un vero gioco macabro. «Bisogna parlarne coi ragazzi, informando­li senza cedere alla contemplaz­ione morbosa dei dettagli (i punti della lista, i video...), che possono innescare, in chi è già fragile emotivamen­te, istinti di emulazione; si rischia di fornire una “cornice” all’interno della quale il suicidio acquista un senso», diceAttivi­ssimo. «Dobbiamo piuttosto far capire che nessuno, nanche in Rete, può obbligarli a fare ciò che non vogliono: i poteri ipnotici e le minacce dei “curatori” in caso di disubbidie­nza chemolti attribuisc­ono alla Bwc sono una bufala».

MA I RISCHI SONO REALI

Molto di quel che si è detto sulla Bwc è quindi falso (vedi box a pag. 53), ma i rischi cui espone i ragazzi sono reali. «Gli adolescent­i di oggi sono i più scoperti rispetto all’angoscia di morte, madre di tutte le angosce umane che ci accompagna dalla nascita e che impariamo a gestire crescendo», diceMaria Rita Parsi. «La lista della Bwc è composta da riti iniziatici di passaggio. I ragazzi rischiano di rimanerci imbrigliat­i nel tentativo di colmare il ruolo di guida cui famiglia e comunità, che un tempo scandivano i passaggi di iniziazion­e all’età adulta, hanno abdicato». Ma perché giocano con la morte? «La morte esercita da sempre attrazione e repulsione. I nostri ragazzi, però, sono immersi in un virtuale che la spettacola­rizza e la rende “innocua”: nel virtuale non si muore mai, e se si muore si rinasce», dice Parsi. Che fare? «Cercare di colmare la distanza tra le competenze digitali di famiglia e insegnanti e quelle dei ragazzi, per poter parlare davvero la loro lingua e usarla, anche, per aiutarli a gestire tristezze tipiche degli adolescent­i di ogni epoca».

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