NONESISTONO VIOLENZE PIÙ ACCETTABILI DI ALTRE
Cara Michelle, le parole di Debora Serracchiani mi fanno riflettere. È chiaro che lo stupro è un atto gravissimo in ogni caso. Ma in effetti anche a me viene una rabbia particolare se a commetterlo è una persona che qui da noi ha ricevuto un rifugio e una chance di vita... Cosa ne pensi? Caterina
Cara Caterina,
di fronte all’affermazione di Debora Serracchiani (« La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese »), la prima domanda che mi è venuta spontanea è stata:
è forse più accettabile, più «socialmente e moralmente accettabile», la violenza di un marito, di un padre,
di un fratello, di un vicino di casa, di un compagno, di un amico? Non è forse altrettanto terribile che a farci del male sia qualcuno che ci conosce, che appartiene alla cerchia delle nostre amicizie, quando non addirittura alla nostra stessa famiglia? Il punto è proprio questo, io credo:
la violenza è sempre e comunque inaccettabile,
non esistono - non devono esistere - classifiche di alcun tipo. La violenza è violenza e basta, e in quanto tale dev’essere condannata. Detto questo, sono convinta che questa frase infelice sia sfuggita a Debora Serracchiani, che infatti ha cercato di raddrizzare il tiro, precisando su Twitter che non esistono stupri più inaccettabili di altri; quello che rende una violenza più atroce è semmai
la rottura del patto di accoglienza
che si stabilisce - o si dovrebbe stabilire - tra chi arriva in un Paese straniero e viene accolto dalla popolazione di quel Paese. Rimane però il fatto che l’amicizia, l’affetto, l’amore, i legami familiari a me sembrano vincoli non meno importanti di un patto di accoglienza, edunque si tornasempre alpuntodi partenza:
non esistono violenze che “pesano” più di altre,
alla base ci sono sempre un tradimento e una sopraffazione. Penso che il problema da discutere sia un altro, ovvero la questione della legalità come premessa dell’accoglienza. Un problema gravissimo e spinosissimo che dev’essere affrontato e gestito dagli organi competenti e nelle sedi competenti. A me sembra che - come spesso accade -
il commento più lucido e pacato sia quello del nostro presidente della Repubblica: Mattarella
ha ricordato che «il fenomeno dei migranti va governato con senso di responsabilità, con saggezza ma anche con intelligenza». Appunto.
ÈGRAVE SE VIENE MENO IL PATTO D’ACCOGLIENZA MA È ALTRETTANTO ATROCE SE AESSERE TRADITI SONO L’AMICIZIA, L’AFFETTO, I LEGAMI FAMILIARI»