Francesco Totti Le previsioni dell’amico Maurizio Costanzo sul suo futuro
DOPO LE LACRIME, IL PUPONE HAAZZARDATO: «CONTINUO, MANONSODOVE». ANCHE IL CONDUTTORE, CHE CONOSCEI L CAMPIONE E IL SUO LEGAME CON MOGLIE, FIGLIE CITTÀ, SEMBRA CONVINTO :« CREDO CHE LO RIVEDREMO SUL CAMPO, PERCHÉ MI HA DETTO CHE ...»
L’alluvione di lacrime che ha investito Roma è passata. Il Tevere non è straripato. La vita continua. E adesso? Dopo aver provocato un’ondata di commozione generale Francesco Totti che fa? La sua ultima uscita tra il serio e il faceto è che non molla: «Continuo, non so dove, ma continuo», ha detto agli amici al ristorante dopo il saluto all’Olimpico. Il suo quindi è un addio alla maglia giallorossa ma non al calcio? Partirà con moglie Ilary Blasi e tre figli al seguito per andare a giocare in capo al mondo? Ognuno può dire la sua e il bello è che forse nemmeno lui lo sa. Il gladiatore di 786 partite e 307 gol, oggi è un bambino che s’affaccia sull’ignoto e non sa da che parte andare. «Ho paura», ha confessato Totti nel passaggio conclusivo del suo saluto. Maurizio Costanzo non ha la sfera di cristallo, ma conosce Totti, lo frequenta, lo ascolta e gli vuole bene. «La situazione è incerta», dice il conduttore, «fare previsioni non è facile e già dopodomani magari i fatti mi smentiranno. Ma ci provo lo stesso». Costanzo, se lo vede Totti dietro una scrivania a fare il dirigente? «In effetti faccio una certa fatica. Non credo sia la strada giusta». A Pechino, Miami o Dubai ci sono società che pur di farlo tornare in campo sono pronte a coprirlo d’oro. Accetterà? «Totti a Pechino? Mi ha accennato qualcosa l’ultima volta che ci siamo visti, ma era molto vago. Secondo me non ne ha nessuna voglia. È troppo attaccato a Roma. E Roma è troppo attaccata a lui. È un legame troppo forte per essere spezzato». I romani lo accuserebbero di tradimento? «Nessuno rinfaccerebbe a Totti un finale di carriera all’estero. Sarebbe lui stesso a viverlo come un tradimento». Sarebbe questione d’un paio d’anni. La Città Eterna mica scappa. «Troppo facile. Chi non è di Roma non può capire.
Questa non è una città come le altre. Roma scatena passioni viscerali, muove qualcosa di profondo che non si spiega a parole, ma che emerge e viene a sbatterti in faccia com’è successo domenica sera all’Olimpico». A proposito, cos’è successo secondo lei? «Echi lo sa? Questa città si culla ancora nella memoria diAugusto imperatore e può darsi che abbia ritrovato in Totti il condottiero vittorioso». Perché tante lacrime? «È qualcosa più psicologico che calcistico. Per interpretarlo ci vorrebbe un analista. L’Olimpico non era più uno stadio, era il muro del pianto. Mai visto tantagentecommuoversi inquelmodo». Due lacrimucce le ha versate anche lei? «Non mi sono commosso. Sorpreso sì. Sopra, Totti con il figlio Cristian, 11, e la piccola Isabel. Aver messo ai figli la maglia della Roma è un segno di continuità, dice Costanzo. Non è la prima volta che Francesco mi coglie in contropiede. Ricorderò sempre quando l’ho conosciuto. Lo aspettavo in un ristorante. Quando è entrato ho sentito le mura tremare». Tellurico. E la moglie Ilary che ruolo giocherà? È vero che in famiglia la numero 10 è lei? «Ilary è il centro di tutto. Francesco è attaccatissimo a lei e ai figli. La sera non vede l’ora di tornare a casa dalla moglie, è capace di rimanere ore a giocare con i bambini. Non potrebbe separarsi da loro e non potrebbe sradicarli da qui, fosse anche per poco tempo. Se domenica ha fatto scendere i figli in campo con la maglia della Roma non è solo sceneggiata. È unadichiarazione d’appartenenza e la volontà di tramandarla alla propria discendenza». Però non abbiamo ancora capito cosa farà Totti da grande. Lo
vedrebbe in Tv? «Come ospite funziona bene, ma non come conduttore. Non basta per costruire una carriera televisiva». Televisione no, dirigente nemmeno, mercenario in squadre straniere men che meno. Insomma non vorremo lasciare Totti a casa a fare il mammo? «Tornerei al suo addio. Il messaggio che ha letto è la sua fotografia. Il ritratto del Pupone, un ragazzo semplice, che non sa fingere e quel che pensa lo dice. Ci sono parole che mi hanno colpito. Parla di una luce che si spegnema si capisce che vorrebbe tenerla accesa. Parla dell’odore dell’erba e si capisce che non potràmai farne a meno. Tempo fa, lo ricordo, mi disse che gli sarebbe piaciuto allenare i ragazzi. Ecco, io me lo vedo bene a capo di un settore giovanile. Sempre sul campo».