Domenico Diele Da divo delle fiction ad assassino: ma pagherà?
GUIDAVA SENZA PATENTE, SENZA ASSICURAZIONE E SOTTO EFFETTO DI DROGHE. HA INVESTITO UNA DONNA IN SCOOTER, UCCIDENDOLA. RISCHIA 16 ANNI DI CARCERE? SÌ, MA SOLO IN TEORIA. LUI SI DIFENDE: «SONO DIPENDENTE DALL’EROINA, È STATOUN INCIDENTE, CHIEDO PERDONO»
Èstato Luca Pastore, braccio destro di Antonio Di Pietro nella serie di Stefano Accorsi, 1992. È stato il fidanzato di Matilde Gioli in Di padre in figlia (Rai 1) e un prete in crisi in In treatment con Sergio Castellitto. Ma oggi Domenico Diele è solo il protagonista della prima eclatante applicazione della nuova legge sull’omicidio stradale, entrata in vigore un anno fa. La notte del 24 giugno, sfrecciando oltre i 130 chilometri all’ora sull’autostrada vicino a Salerno, ha investito lo scooter guidato da Ilaria Dilillo, 48 anni, uccidendola.
«COLPA DEL CELLULARE»
Quando è stato arrestato, è venuto fuori che guidava nonostante la patente sospesa, sotto l’effetto di droghe e con l’assicurazione della sua auto scaduta. «Sono dipendente dall’eroina, ma con l’incidente la droga non c’entra. Mi sono distratto con il cellulare», ha detto al giudice. Rischia fino a 16 anni di carcere, ma il Gip del Tribunale di Salerno Fabio Zunica gli ha concesso i domiciliari, imponendogli di indossare un braccialetto elettronico. Una decisione che ha aggiunto rabbia al dolore di chi piange Ilaria. Il padre, da poco vedovo, ammette di essere distrutto: «Avevo solo lei». Lui e il figlio, fratello di Ilaria, sono uomini di legge: appuntato deiCarabinieri in pensione il primo, ufficiale di Polizia giudizia-
ria il secondo. Da uomini di legge si aspettano giustizia e confidano che venga fatta. Non commentano la concessione dei domiciliari, ma lasciano trapelare il timore che i 16 anni di carcere cheDiele, sulla carta, rischia, rimangano solo nei titoli dei giornali, a caldo. E il rischio c’è davvero se, come è presumibile, gli avvocati dell’attore sceglieranno di procedere con un rito abbreviato o con patteggiamento.
POTREBBE CAVARSELA
Grazie a una serie di “sconti” e com- pensazioni tra aggravanti e attenuanti, la pena potrebbe scendere addirittura fino a cinque anni, da cui verrebbe decurtato anche il periodo che, verosimilmente, Diele trascorrerà ai domiciliari prima della sentenza definitiva. Non solo: tre di questi cinque anni potrebbe scontarli in affidamento ai servizi sociali. Chi ha incontratoDiele lo descrive disperato e in condizioni psicofisiche precarie, legate all’astinenza dalle droghe e alla consapevolezza di aver distrutto una vita, oltre alla propria. «Come ho fatto a rovinare tutto così?», continua a chiedersi. La risposta non finiràmai nelle carte del processo, perché ha a che fare con dèmoni che da tempo lo tormentavano nonostante i successi. E che lo portano a dire, ai suoi avvocati: «Sono solo, avevo solo il lavoro. E ora non avrò più neanche quello».