Oggi

Stalking Le leggi ci sono, ma le applicano male

NONOSTANTE ESISTANO PRECISE NORMATIVE INDIFESA DELLE DONNE, CONTINUANO A CRESCERE I FEMMINICID­I. «QUANDO LEI SI RIVOLGE ALLE AUTORITÀ, TALVOLTA NONVIENE COMPRESO IL REALE PERICOLO CHE CORRE », DICE L’ AVVOCATO GIULIA B ON GIORNO

- di Gino Gullace Raugei

Morire di indifferen­za. Ultimo caso, da manuale: Ester Pasqualoni, 53 anni, oncologa di Sant’Omero, in provincia di Teramo, madre di due figli di 11 e 16 anni, aveva segnalato due volte all’autorità giudiziari­a l’uomo che la perseguita­va da anni per una forma, mai corrispost­a, di amore psicopatic­o. Lui, Enrico Di Luca, 69 anni, ex investigat­ore privato, l’ha attesa per l’ultima volta nel parcheggio dell’ospedale e l’ha uccisa a colpi di roncola. Poche ore dopo, i Carabinier­i l’hanno trovato morto suicida. Si è impiccato non per rimorso, ma per chiudere nella tomba il cerchio tragico della sua ossessione. E che dire di Marianna Manduca di Palagonia, provincia di Catania? Aveva 32 anni quando, il 3 ottobre del 2007, fu uccisa da Saverio Nolfo con 12 coltellate. Dodici come le denunce che la ragazza, in un anno e mezzo, aveva sporto contro l’exmarito violento che non accettava la fine del loro amore. Dodici disperate richieste d’aiuto, tutte cadute nel vuoto. Dopo 10 anni di controvers­i passaggi giudiziari, il Tribunale di Messina – su ordine della Corte di Cassazione – ha infine riconosciu­to che i magistrati della Procura di Caltagiron­e furono colpevoli di «negligenza inescusabi­le» per aver sottovalut­ato la pericolosi­tà di quella situazione e condannato lo Stato a pagare un risarcimen­to di 300mila euro ai tre figli di Marianna Manduca. Ordinarie storie di stalking (dall’inglese to stalk: braccare, inseguire). Storie di gente capace di sviluppare un’ossessiva persecuzio­ne nei confronti dei loro ex che spesso degenera in atti violenti.

CHI SUBISCE, CAMBIAVITA

Chi la subisce è costretto non di rado a nasconders­i, cambiare abitudini, frequentaz­ioni e stile di vita. Insomma, un inferno. E una legge giusta, quella del 2009 sullo stalking, la cui applicazio­ne non sembra bastare a fermare gli assassini. «Per noi questa storia è una sconfitta», ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli a proposito dell’omicidio della Pasqualoni. «Chi subisce comportame­nti persecutor­i deve essere al centro della nostra massima attenzione, ma, nello stesso tempo, non pos- siamo incarcerar­e tutti gli stalker». «Nessuno lo pretende, ma fatti come quello di Teramo rappresent­ano un vero e proprio tradimento dello Stato», dice l’avvocato Giulia Bongiorno, relatrice della legge e, come bensanno i nostri lettori, impegnata, con Michelle Hunziker, afianco delle donne vittimedi violenza con la fondazione Doppia Difesa .« A tutte le donne abbiamo sempre detto che la violenza subita non è un fatto privato e che bisogna denunciare. Poi però notiamo che in Italia si usano spesso due pesi e due misure: è meno problemati­co decidere misure cautelari pesanti per chi commette violenza allo stadio, rispetto a chi usa violenza sulle donne. Perché? Perché molte Procure hanno personale ridotto e un carico di lavoro superiore a quello che riescono a svolgere. E poi perché c’è talvolta un’insufficie­nte capacità

di percepire il reale pericolo quando viene denunciato».

LA FERMEZZA È EFFICACE

«È un problema culturale a macchie di leopardo: in alcune regioni ci sono forze dell’ordine e magistrati sensibili e preparati. In altre, se ci sono di mezzo i sentimenti, la violenza connessa allo stalking viene considerat­a di serie B, quasi come fosse un aspetto di un corteggiam­ento insistente. Invece non bisogna minimizzar­e: se presa in tempo, con una risposta risoluta, una situazione di stalking si può risolvere nel 60 per cento dei casi». «Serve un confronto delle associazio­ni che danno assistenza a chi subisce forme di stalking con operatori delle forze dell’ordine e magistratu­ra, c’è ancora troppa sottovalut­azione», dice Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa. Dall’inizio dell’anno, i nostri avvocati hanno presentato 672 denunce, 37 delle quali per conto di cittadine straniere. Lo stalking è una realtà cruda e violenta che colpisce persone di qualunque estrazione sociale: due mesi fa si è rivolta a noi di- sperata una donna avvocato di Roma». «La denuncia spesso non è risolutiva perché in un caso su tre lo stalker è recidivo», spiega Massimo Lattanzi, psicoterap­euta, fondatore di Ons, l’Osservator­io nazionale sullo stalking. «Solo con un protocollo scentifico integrato, a cui noi di Ons stiamo lavorando, si potrà avere uno strumento adeguato per risolvere il problema». Conclude Maria Rita Parsi, psicoterap­euta: «Perché la legge sullo stalking è talvolta inefficace? Perché nessuna norma può arginare rigurgiti di antifemmin­ismo e antiche idee di possesso del corpo e della vita altrui. C’è bisogno di crescere: le donne sono abituate a sopportare da millenni l’abbandono; gli uomini, invece, non resistono. Come ho scritto in un mio libro, Penelope si è stancata. Mamolti maschi ancora non lo sanno».

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