Cani Consigli antistress per chi passa l’estate con l’amico a quattro zampe
SÌ AL TAPPETINO REFRIGERATO E PERSINO ALLA CREMA SOLARE. E, QUANDO TORNA A CASA, PULITEGLI SEMPRE LE ZAMPE
Se il vostro cane potesse parlare probabilmente vi chiederebbe di non portarlo in spiaggia sotto l’ombrellonee viproporrebbedi andare inmontagna. «È il luogo di vacanza più indicato, soprattutto per alcune razze», conferma Chiara Bruschi, veterinaria
a Codogno (Lo). «Per esempio, i brachicefali, come i bulldog, i carlini, i pechinesi, i boxer, temono molto il caldo perché hanno ilmuso schiacciato e con il respiro rinfrescanomeno l’aria. Altre specie che soffrono le alte temperature sono quelle a pelo corto, perché ilmanto lungo isola meglio. A rischio anche quelli di grossa taglia: più ampia è la superficie corporea, infatti, maggiore
è la quantità di calore accumulato; è quindi più difficile disperderlo, visto che il cane lo fa solo attraverso la lingua e le zampe ». In auto, il nostro amico regge bene perdue ore, quindi fate pause frequenti (trovate le stazioni di servizio con Fidopark su dogwelcome.it). Non fatelo mangiare prima del viaggio, per evitare chestiamale; sestasul sedile deve avere la cintura di sicurezza (esistonomodelli specifici). Megliol’aria condizionata del finestrino aperto, per evitare congiuntiviti e otiti. Per dargli più comfort, usate un tappetino refrigerato.
Se lo portate in spiaggia (quelle attrezzate su invacanzaconloro.it), evitate le ore centrali, bagnate spesso il pelo
e mettete la crema solare (le razze a pelo corto possono scottarsi sulle zone prive di pelo, come il naso, le orecchie e l’addome). Inmontagna, sì alle passeggiate, tenendo presente che nelle aree protette dovete tenerli al guinzaglio. «È unmodo per evitare che si perdano o che, se fa troppo caldo, si stanchino troppo correndo avanti e
indietro», aggiunge la veterinaria. Da non dimenticare le abitudini igieniche: quando rientrate dalle passeggiate pulite le zampe al vostro pet e ispezionate bene il pelo, per individuare zecche o pulci. Da un’indagineGfk Eurisko commissionata da MSD Animal Health, la maggior parte dei padroni di animali non lo fanno. «Sbagliato, perché alcuni agenti patogeni possono trasmettersi anche all’uomo », conclude Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani.