Clara Sànchez
I SUOI LIBRI VENDONO MILIONI DI COPIE. LEI PERÒ NON SI È MONTATA LA TESTA E SPIEGA I SEGRETI DEL SUO SUCCESSO. E CHISSÀ CHE NON C’ ENTRI UNA CERTA BACCHETTA MAGICA ...
«I miei romanzi per le lettrici di Oggi » di Lavinia Capritti
Èvero che lei ha una bacchetta magica accanto al computer o è una leggenda? «Èvero. Èmolto barocca, esattamente come la immaginavo da bambina. Un ramo d’ulivo con pietre semipreziose incastonate che termina con una bella e appuntita pietra di quarzo. Ungiorno ritrovai un’amica che non vedevo da 15 anni. Me l’ ero sempre immaginata comep residente di una banca o qualcosa del genere e invece si dedicava alla produzione artigianale di bacchette magiche. La incaricai di realizzarmi la bacchettamagica più “magica” che potesse immaginarsi e il risultato mi piacque moltissimo. Me la consegnò con le istruzioni (come se fosse una lavatrice) che ancora non ho letto. La uso in modo intuitivo». Ecco, questa è Clara Sánchez, scrittrice che in Italia ha venduto 2 milo- ni di copie e chissà se i romantici e interminabili titoli dei suoi romanzi, tipo Il profumo delle foglie di limone o Lo stupore di una notte di luce, non abbiano contributo al suo successo. Viso bello e rassicurante alla Judi Dench, Clara Sánchez è decisamente un tipo affascinante, anche perché accanto al computer ha pure un angelo custode e un marziano. Proprio così. Lei, la goleador dei bestseller.
Un marziano? «È un piccolo marziano, con le gambe corte, la testa grossa e grandi occhi a mandorla, che mi guarda mentre scrivo. A volte mi sembra che lampeggi, il che vuol dire che devo rivedere attentamente ciò che ho appena scritto. Me lo regalò mia figlia quando aveva nove anni. L’angioletto viene dalla giungla venezuelana. Ha qualcosa di molto protettivo».
In effetti, lei sembra una persona spirituale e quieta. Lo è? «La mia massima aspirazione è diventare una persona tranquilla, con nervi d’acciaio. La realtà è che tutto mi tocca troppo. Però sì, mi piace la vita normale e mi fanno felici le piccole cose. Mi turbano molto le preoccupazioni».
Per la sua famiglia d’origine essere pigri era una virtù. Lei, però, sembra attivissima. Oziare è sprecare il tempo? «Al contrario, per creare qualcosa bisogna perdere tempo. Questo saper far niente lo devo alla famiglia. Nei momenti di maggiore stress riesco a incrociare le braccia e restare imbambolata a contemplare unamosca. E questomi ha sempre salvato dagli psichiatri».
Il primo libro l’ha pubblicato a 32 anni. Che cosa l’ha spinta? «Scrivevo sin da bimba per superare momenti tristi e ricordare i felici. Ho sempre avuto la sensazione di dover lavorare per scrivere (ho insegnato per molti anni all’università). Mi sono sposata, ho avuto una figlia e un giorno ho pensato che era arrivato il momento di rendere pubblico ciò che nascondevo nel privato».
Lesue sono anchestorie d’amore. Che pensa dei romanzi rosa? Non mi dica che non ne legge... « Non mi hanno mai tentato. Mia madre non leggeva romanzi rosa. Ilprimo libro che ho letto è stato I miserabili di Victor Hugo insieme a un altro prettamente erotico che trovai a casa dei miei nonni».
Che cosa fa quando non scrive i suoi bestseller? « Cose molto normali: camminate in campagna, chiacchiere e chiacchiere senza limiti, cene. Negli ultimi tempi, prima di cominciare il romanzo che sto scrivendo, mi sono dedicata con frenesia a cercare casa. Mi sono così immersa nel mondo immobiliare che può anche essere che un giorno io scriva un romanzo su questo».
Può portare solo tre libri su un’isola deserta: uno è suo. « Porto La forza imprevedibile delle parole perché con quello iniziò tutto e perché contiene lamia visione della vita e dell’amore».
Le è una scrittrice, ma leggere che cosa è per lei? «È l’unico modo per fare una pausa da noi stessi».