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Orsi in Trentino

«MI HA PRESOLE GAMBE E TRASCINATO », RICORDA ANGELO M ET LI C OVE C. CHE SI È SALVATO ANCHE GRAZIE AL SUO CANE. E ORA CHESI DEVE FARE? L’ OPINIONE PUBBLICA È DIVISA

- Di Gabriele Ferrari

Parla l’uomo aggredito di Gabriele Ferrari

Mentre tornava a casa da una passeggiat­a con il suo cane Kira, Angelo Metlicovec è stato attaccato da un orso. Sembra l’inizio di un racconto dell’orrorema è una realtà che negli ultimi anni sta facendo capolino sempre più spesso nelle cronache trentine. Metlicovec stava facendo la sua solita passeggiat­a del sabato sera insieme al suo cane Kira; era il 22 luglio, e l’uomo, idraulico 69enne di Cadine, in provincia di Trento, stava percorrend­o il sentiero tra due laghi che l’avrebbe riportato a casa dopo la passeggiat­a. «Ho sentito dei rumori allemie spalle. Mi sono girato e ho visto l’orso: mi ha buttato per terra agitando le zampe, mi ha afferrato con le fauci le gambe e mi ha trascinato sul sentiero», racconta Metlicovec. «Poi si è alzatoemi è venuto sopra con il muso. Istintivam­entemi sono riparato con un braccio e lui me l’ha afferrato. Ho pensato che nonce l’avrei fatta. Per fortuna il cane si è messo ad abbaiare e l’ha distratto». Metlicovec, ferito alle gambe e al braccio sinistro si è buttato in un canalone, è ruzzolato per una decina di metri e si è fermato contro alcune piante. E ora, dice, non si sente più sicuro nella zona dove vive da sempre: «Molti residenti hanno già smesso di fare pas- seggiate in zona. Non ce l’ho con gli orsi, ma forse sono diventati troppi». Gli episodi di aggression­e da parte dell’orso in Trentino fanno discutere da anni. L’orso è un animale protetto ma che sempre più spesso incrocia il suo percorso con quello dell’uomo. E mentre alcuni vorrebbero continuare la politica di protezione, altri, specie tra le popolazion­i e i politici locali, ritengono che gli esemplari di orso nella zona siano diventati troppi, che vadano controllat­i e la loro presenza limitata.

SUI MONTI CE NE SONO 50

Secondo zoologi e naturalist­i, le cause dell’aggression­e a Metlicovec sono le stesse di tutti i casi precedenti: ad attaccare è stata una femmina con dei cuccioli, forse spaventata anche dalla presenza del cane; l’incontro con l’uomo, dunque, sarebbe avvenuto in un periodo durante il quale l’animale è particolar­mente sensibile al disturbo umano. Oltretutto, sostengono i conservazi­onisti, gli esemplari presenti sulle montagne del Trentino sono non più di una cinquantin­a (nel 1996 erano appena tre), e tra questi sono solo una quindicina le femmine in grado di riprodursi; inoltre, gli orsi si spostano continuame­nte: basterebbe solo continuare­amonitorar­li perminimiz­zare le possibilit­à di incontro tra uomo e orso. Èperò innegabile che i pericoli dell’incontro con un orso siano reali, e che le istituzion­i lo riconoscan­o: la provincia di Trento, per esempio, pubblica sul suo sito la mappa della possibile presenza di mamme con i cuccioli. Molti esponenti politici locali, però, ritengono che questo non basti: la loro opinione è che gli animali, specie quelli pericolosi, vadano catturati o abbattuti. E questa è anche la posizione del piano d’azione interregio­nale, che sta trovando il supporto persino del Wwf. Cosa ne sarà quindi degli orsi delle Alpi? Il presidente della provincia di Trento ha firmato un’ordinanza per la cattura dell’animale che ha attaccato Angelo Metlicovec, che prevede anche la possibilit­à di abbatterlo nel caso in cui si riveli pericoloso e ingestibil­e. Gli altri (orsi e uomini) sono nelle mani della politica.

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