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EMERGENZA SICCITÀ: CHECOSASUC­CEDE?

- DI GIORGIO DELL’ARTI Giornalist­a ( in questa rubrica ci spiega in modo semplice uno dei fatti più complessi della settimana)

C’è un po’ meno sete di prima, adesso che al Nord è piovuto un minimo? Non direi. A parte il caso di Roma (ne riferiamo qui a sinistra), dove si è valutato se razionare o meno l’acqua, dieci Regioni si accingono a chiedere lo stato d’emergenza per perdurante siccità. Il settore più in crisi è quello agricolo. I due terzi dei campi coltivati sono a secco, condizione che vale una perdita di 2 miliardi di euro (calcolo Coldiretti). Le dieci Regioni che presentera­nno la richiesta di emergenza (stato di calamità naturale) puntano alla sospension­e delle rate di mutuo, al blocco dei contributi e agli aiuti per il ristoro dei danni previsti dall’apposito Fondo. Il Lago di Garda è al 34,4 per cento della sua capacità, il Po al Ponte della Becca (Pavia) è 3 metri e mezzo sotto lo zero idrometric­o (il livello del mare), in Lombardia l’erba a disposizio­ne del bestiame è calata del 20 per cento, in Piemonte del 50, in Trentino del 30. In Veneto, per prevenire il fuoco, «gli agricoltor­i sono costretti a bagnare la soia, il mais, barbabieto­la, tabacco oltre a tutte le orticole, comprese le frutticole già in emergenza ma anche i prati stabili con conseguent­e aggravio dei costi di produzione» (Coldiretti). Danni molto gravi si registrano anche in Campania, Sicilia, Sardegna. Nelle Marche la scarsità dei foraggi ha provocato la diminuzion­e di 1/5 nella produzione di latte. L’unica consolazio­ne è che la qualità di vino, olio, grano, pomodoro quest’anno sarà eccezional­e.

La gran sete è solo colpa del caldo o c’è anche il fatto che la nostra rete idrica funziona male?

La rete idrica italiana è lunga 425 mila chilometri, ma sei volte su dieci i tubi sono vecchi di 30 anni e nel 25 per cento dei casi sono vecchi di mezzo secolo. La manutenzio­ne è quasi pari allo zero: ogni chilometro di rete è rinnovato per 3,8 metri all’anno. Per sostituire tutto il sistema, a questo ritmo, ci vorrebbero due secoli e mezzo. Le perditemed­ie sono del 39 per cento, con punte al Sud oltre il 60 per cento (vedi grafico, a sinistra).

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BRACCIANOA­SECCO Il livello del lago, qui vicino ad Anguillara (Roma), è ai minimi.
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