Occhio al vademecum antifregatura
PRIMA REGOLA Nessuno regala niente. Seconda: il web è pieno di gente che vuole dimostrare il contrario. Per una “protezione 50” antifregatura, meglio stare alla larga da associazioni e sodalizi improvvisati e affidarsi ad agenzie viaggi in regola (la lista è su www.infotrav.it).
NONOSTANTE TUTTO È ANDATA MALE? Servono le prove: la foto del mare che non si vede come promesso, video delle pulci in camera o della guida che non parla italiano. Una volta a casa, la richiesta di rimborso va inviata entro 10 giorni
lavorativi con raccomandata all’hotel, agenzia o compagnia aerea. Se non si ottiene nulla, rimangono il Giudice di Pace per richieste fino ai 5 mila euro o il Tribunale Civile (ma con tempi lumaca). In alcuni casi si può ottenere anche il «danno da vacanza rovinata», un rimborso del disagio psicologico per aver perso le ferie. Meglio consultare un’Associazione di consumatori.
SE NON SI RINUNCIA ALL’AFFITTO FAI-DA-TE,
l’indicazione è scegliere i portali più noti e gli inserzionisti iscritti da più tempo, cercare in Rete segnalazioni sull’offerta (se c’è una truffa salterà fuori) e verificare che almeno la casa esista e corrisponda alle foto inserendo l’indirizzo in Google Maps. Chiedere, poi, è lecito: ulteriori foto, un
documento d’identità, contatti telefonici. Se dall’altra parte la risposta è vaga, c’è puzza di bruciato. Quando è ora di pagare, meglio la carta di credito: no a bonifici, carte ricaricabili o servizi di trasferimento di denaro. Infine, conservare mail o sms: serviranno nel malaugurato caso in cui si debba sporgere denuncia.