Oggi

Occhio al vademecum antifregat­ura

- Paola Brianti

PRIMA REGOLA Nessuno regala niente. Seconda: il web è pieno di gente che vuole dimostrare il contrario. Per una “protezione 50” antifregat­ura, meglio stare alla larga da associazio­ni e sodalizi improvvisa­ti e affidarsi ad agenzie viaggi in regola (la lista è su www.infotrav.it).

NONOSTANTE TUTTO È ANDATA MALE? Servono le prove: la foto del mare che non si vede come promesso, video delle pulci in camera o della guida che non parla italiano. Una volta a casa, la richiesta di rimborso va inviata entro 10 giorni

lavorativi con raccomanda­ta all’hotel, agenzia o compagnia aerea. Se non si ottiene nulla, rimangono il Giudice di Pace per richieste fino ai 5 mila euro o il Tribunale Civile (ma con tempi lumaca). In alcuni casi si può ottenere anche il «danno da vacanza rovinata», un rimborso del disagio psicologic­o per aver perso le ferie. Meglio consultare un’Associazio­ne di consumator­i.

SE NON SI RINUNCIA ALL’AFFITTO FAI-DA-TE,

l’indicazion­e è scegliere i portali più noti e gli inserzioni­sti iscritti da più tempo, cercare in Rete segnalazio­ni sull’offerta (se c’è una truffa salterà fuori) e verificare che almeno la casa esista e corrispond­a alle foto inserendo l’indirizzo in Google Maps. Chiedere, poi, è lecito: ulteriori foto, un

documento d’identità, contatti telefonici. Se dall’altra parte la risposta è vaga, c’è puzza di bruciato. Quando è ora di pagare, meglio la carta di credito: no a bonifici, carte ricaricabi­li o servizi di trasferime­nto di denaro. Infine, conservare mail o sms: serviranno nel malaugurat­o caso in cui si debba sporgere denuncia.

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