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La tragedia dell’ Argentario Ha ucciso il figlio e si è suicidata

PER TUTTI, LOREDANA BUS ONERO, COMANDANTE DEI VIGILI DIPORTO SANTO STEFANO, ERA UNA DONNA D’ ACCIAIO. MAIL MALEDIVI VERE L’ HA LOGORATA. E AGLI AMICI AVEVA DETTO :« FRANCESCO NON DOVRÀ SOFFRIRE COME ME»

- di Pierangelo Sapegno

Nella legge della natura non c’è niente che possa spiegare perché una mamma uccide suo figlio. Ma nonna Lide quando l’ha visto con i suoi occhi, con tutto quel sangue per terra, il corpo di lei riverso in camicia da notte accanto al letto, e quello di Francesco, che non aveva ancora 18 anni, lì sopra, con la maglietta, le mutande e il buco nella testa, non è riuscita nemmeno ad urlare, ma s’è messa a piangere, di un pianto lacerante e interminab­ile. Era come se lo sapesse già. È la morte che insegue se stessa, quando il dolore ci ha preso di mira. E Loredana Busonero, il comandante dei Vigili di Porto Santo Stefano, tenente colonnel-

lo dai modi un po’ burberi, ma molto autorevoli, aveva avuto una vita felice, inseguita dalla morte: il dolore è più forte se hai conosciuto il resto. Suo padre si era impiccato 31 anni fa, nella loro casa del Campone, nella zona artigianal­e di Porto Santo Stefano, solo perché aveva paura di restare senza una lira, e ogni volta che si sfogava lei diceva al suo sindaco, Arturo Cerulli, che il padre l’aveva tradita e non solo lasciata per sempre. Il padre di suo figlio, invece, l’ex sindaco di Monte Argentario e vicepresid­ente della provincia di Grosseto Marco Visconti, era morto due anni fa, all’improvviso, per un aneurisma. E poi la morte aveva bussato direttamen­te anche alla sua porta, perché le avevano diagnostic­ato un brutto tumore al seno: era riuscita a vincerlo. E ora c’era il rischio che fosse tornato. Ma come fanno gli altri a capire, tutti quelli che la chiamavano «signornò», che come Cerulli dicono che era «nata per comandare», tutti quelli che la rispettava­no quasi con malcelato timore, e che la descrivono adesso senza mai una sbavatura nella sua vita, bravissima sul lavoro e innamorati­ssima di suo figlio? Come fanno gli altri a capire? Agli amici più cari, l’aveva ripetuto un mucchio di volte: «Non voglio che Francesco stia male quanto lo sono stata io».

ERA RITENUTA UNA DURA

Alla fine, nessuno ha capito. La vicina di casa ha sentito gli spari alle 7 del mattino, «proprio due colpi», dice. «Credevo fosse il rumore del battipanni». Solo più tardi, sentendo una donna che continuava a piangere disperatam­ente, aveva cominciato a pensare che forse era successo qualcosa. «Ma non da Loredana. Da lei, impossibil­e». Dice così ancora adesso. Da quella casa non venivamai un brusio, e solo gesti teneri e parole affettuose. Fiorenzo Visconti, lo zio di Francesco, cerca di spiegarci che lui «era un ragazzo d’oro. Francesco era il figlio che tutte le mamme avrebbero voluto avere ». Studente modello al liceo scientific­o di Orbetello, amante del pianoforte e della vela, bello come la mamma «e senza grilli per la testa». Dicono che volesse andare a vivere con i nonni, ma nessuno ce l’ha confermato. Loredana Busonero gli voleva un bene dell’anima ed era fiera di lui. Era una donna tutta d’un pezzo. Una dura. Cerulli dice che «con lei era impossibil­e spuntarla. Sapeva come portare una divisa e sapeva comandarem­eglio di molti uomini». Era entrata nei Vigili

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