Oggi

Sandro Vannucci «Sono il re dell’orto, ma tornerei in tv»

«VIVOUNAFAS­E ZENENONVOR­REI SGOMITARE, EPPURE UN PROGETTOCE L’HO», DICE L’EXCONDUTTO­REDI LINEAVERDE. CHE COLTIVA(E CUCINA) PEPERONI, ZUCCHINE, COCOMERI... LA SUA ANTONELLA APPREZZA .« I FIGLI PERÒ MI SFOTTONO»

- di M.G. Buonanno

Quando lo sguardo corre lontano, dalla terrazza del casale si vede il mare: il promontori­o dell’Argentario, l’isola del Giglio, più in là quella di Montecrist­o, a volte, la Corsica. Qui Sandro Vannucci, giornalist­a, ex conduttore di Linea verde, toscano con casa a Roma, viene volentieri. Anche a curare l’orto. Con lui c’è quasi sempre Antonella Bocchino, la compagna, produttric­e di grappe e liquori. Sandro, ora è uomo di podere... «Più che podere, ilmio è un semplice orto. L’ho preso in affitto con questa casa. E l’ho creato dal nulla quattro anni fa. Oggi occupa il doppio del terreno, rispetto agli inzi». Sono state le sei edizioni di Li

nea verde a insegnarle la passione per la terra? «Veramente è stata la mia passione per la terra a portarmi a Linea verde. Ho presentato il programma dal 1994 al 2000. E prima avevo fatto l’inviato di guerra per il Tg1. Mi proposero la conduzione quando andò via Federico Fazzuoli. In quel periodo, a Fiesole, avevo 500 ulivi, tre cavalli, il trattore coi cingoli. Avevo anche l’orto, ma lo curava una signora. Nella mia vita, l’orto c’è sempre stato. Lo aveva il nonno Nello, accanto alla casa, a Firenze. E la nonna Anna mi diceva: “Ora ti fo un’insalatina sull’uscio dell’orto”. La preparava con quello che trovava: cetrioli, zucchine, pomodori. La mia piccola madeleine è da sempre il pane col pomodoro che mi preparava la nonna da bambino». Cosa ha coltivato quest’anno? «Ho 100 piante di pomodori di oltre 10 tipi diversi: anche il cuore di bue, amato da Antonella, e il costoluto fiorentino, il mio preferito. Poi ho coltivato le melanzane: le striate, le tonde, le nere. E ho cinque tipi di peperoni dolci, dal quadrato piemontese ai friggitell­i. Ho pure una bella varietà di quelli piccanti. Prendo le piantine da un vivaio che sta qua vicino. Il proprietar­io, Giulio, è un collezioni­sta: ha 293 varietà di peperoncin­o. Poi ho coltivato fagiolini, insalata, zucche, zucchine, cocomeri, meloni, le bietole, e il re dell’orto, il pomodoro. L’orto regala un atteggiame­nto zen: ti conduce fuori dai tuoi pensieri. Ha

gran magia. La stessa parola orto indica anche la nascita, il sorgere. Fino a qualche giorno fa, i pomodori erano verdi, ora sono rossi. Poi spunta una melanzana che prima non c’era...». In famiglia, come è vista la sua passione per l’orto? «I figli mi sfottono ( ha due figli dall’ex moglie: Felix, 34 anni, si occupa di moda con la griffeMaun­aKea, e Martin, 27, laurea in Legge, lavora in uno studio legale, ndr). Dicono che faccio il pensionato-ortolano. Però poi gradiscono quando vado da loro con regali dell’orto. Miamadre, Luisa, apprezza. Mia sorella, Sandra, a volte si lamenta perché l’insalata è sporca di terra. Antonella è contenta di questamia passione. Forse perché passo molto tempo nell’orto. Ora, per esempio, sono stato impegnato a legare i pomodori, a costruire il pergolato per le zucche. Comunque, mi piace regalare gli ortaggi. Anche al mio vicino Chicco Testa, per fargli vedere che i miei sono più belli». Co mesi è innamora todi Antonella? «Ci siamo conosciuti in una distilleri­a, a Firenze. Mi spiegava tutto e sculettava davanti a me. Mi ha conquistat­o. Era il 1998. Quando ci siamo conosciuti, era vegetarian­a. Io l’ho riportata ai piaceri della carne, ai bolliti della sua terra, il Piemonte». Chi cucina zucchine e peperoni? «Di solito, quando non viaggia per lavoro, cucina Antonella: è brava. Anche se dice che sono più bravo io. In questi giorni abbiamo mangiato peperonata e zucchine ripiene di riso». U nasua ricetta del cuore per noi… «Amo la panzanella. E la faccio così: metto il pane raffermo nell’acqua. Quando è morbido, lo strizzo e lo sbriciolo in una scodella. Poi aggiungo pomodori, cetrioli, sedano, cipolla, un goccio d’aceto, il basilico spezzettat­o con le mani, il mio olio, perché ho sempre i miei 500 olivi». La portiamo fuori dal seminato: le mancano la popolarità di

Linea verde e il potere della tv? «Il potere della tv no. Ho avuto la fortuna di condurre Linea verde, dopo una lunga esperienza giornalist­ica, e ho proposto un grande spettacolo televisivo da piccoli posti, con le persone normali, parlando di cibi, tradizioni, agricoltur­a, radici, territorio. Poi in tv sono arrivati gli esperti, i famosi. Ora sono in pensione e non ho nostalgia per la notorietà. Mi manca però la possibilit­à di realizzare un bel progetto. La mia conduzione di Linea verde ha il record d’ascolto: oltre 6 milioni di media. E sono arrivato anche a 9 milioni». Comemai lasciò il programma? «La trasmissio­ne faceva gola a tanti. Dopo di me la presentò Fabrizio Binacchi e poi Fabrizio Del Noce». Le piacerebbe tornare in tv? ( lungo silenzio. Gran sospiro). «Mi piacerebbe. Sarebbe interessan­te raccontare i luoghi e le persone: attraverso un orto, un percorso a cavallo, un itinerario verde. In questo periodo sono impegnato nella valorizzaz­ione dell’antica via Clodia, che da Roma arriva in Toscana. Sarebbe bello far riscoprire altri sentieri, proseguire fino alla Sacra di San Michele, in Piemonte, e arrivare in Francia, dove comincia il Cammino di Santiago. Oggi c’è una grande domanda di vie verdi. Ma questo è solo un pensiero mio, per realizzarl­o dovrei sgomitare e questo non si concilia con la mia fase zen».

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Scava con la vanga e raccoglie le patate
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Manciano (Grosseto). Sandro Vannucci mostra orgoglioso una zucchina, appena raccolta. ORGOGLIO CONTADINO
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Vannucci brinda al calar del sole con Antonella Bocchino, che produce grappe e liquori col marchio AB selezione, Italian spirits. BRINDISI IN TERRAZZA

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