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Spiagge: quali divieti possono imporci?

ALCUNI STABILIMEN­TI FANNO PAGARE 5 EURO IN PIÙ A CHI PORTALA BORSA FRIGO. ALTRI INVECE VIETANO DI INTRODURRE BEVANDE E CIBI PROPRI

- RISPONDE Emmanuela Bertucci Avvocato Aduc

Gli stabilimen­ti balneari non sono circoli privati, ma spazi pubblici dati in concession­e a privati per garantire un servizio. Ci aspetterem­mo quindi che non possano mettere molti “paletti” a ciò che possiamo fare in spiaggia, ma sbagliamo.

Il regolament­o dello stabilimen­to può indicare le attività che si possono svolgere al suo interno o che sono vietate

(per esempio giocare a pallone, tenere musica alta eccetera),

e può anche vietare di portare cibi propri in spiaggia o “tassare” le borse frigo.

Del resto, in alcune Regioni, per esempio in Puglia, consumare cibo e bevande in spiaggia è consentito solonellea­ppositeare­e picnic attrezzate.

L’importante è che queste informazio­ni siano ben chiare prima di accedere allo stabilimen­to

e che quindi il bagnantepo­ssa scegliere se pagare un biglietto di ingresso maggiorato per la borsa frigo o meno. È bene inoltre sapere che

il gestore può chiedere il pagamento dell’ingresso per poter usufruire dei servizi dello stabilimen­to, ma non siamo tenuti ad affittare sdraio e ombrellone,

perché una volta pagato l’ingresso ci si può sdraiare sul proprio telo (mentre è possibile che lo stabilimen­to vieti di portare in spiaggia sdraio e ombrelloni propri). Si tratta, in conclusion­e, di strategie di marketing che a volte possono anche ritorcersi contro il gestore, e dunque da applicare con buonsenso.

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Una famiglia mangia in spiaggia: una scena comune soprattutt­o a Ferragosto.
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