Amatrice un anno dopo Che cosa è cambiato?
IL 24AGOSTO2016, UNASCOSSADI MAGNITUDO6 DEVASTAVA IL CENTRO ITALIA. E NEL PICCOLO BORGO LAZIALE PERSERO LA VITA 239 PERSONE Macerie Le ra anco sono ci
La ricostruzione va a rilento. Se parliamo di macerie, siamo indietro: finora sonostate smaltite solo quelle degli edifici pubblici, che rappresentano il 10% dei detriti. Il restante 90%, unmilione di metri cubi, è ancora qui. La Regione Lazio ha aggiudicato, dapoco, lagarad’appalto e i lavori inizieranno a breve. Il mio più grande rammarico è stato il grande ritardo nell’espletamento della gara, perché per noi le macerie rappresentano la morte e le 239 persone che non ci sono più. Servono anche interventi per la viabilità: i collegamenti sono apertimahanno ancora dei passaggi stretti nelle parti
tortuose. Se invece parliamo di ricostruzione morale, stiamo assistendo alla grande solidarietà del mondo, di prìncipi e regine, di italiani e italiane, di gente comune che ogni
giorno porta il proprio contributo. Ciò ci ha permesso di attuare anche misure a sostegno della popolazione. Il nostro territorio ha due facce: ci sono macerie ma sono anche rinate le aree del gusto e della tradizione, i ristoranti hanno ripreso l’attività. Sul fronte delle strutture, con il contributo di molti finanziatori che ringraziamo, partiranno diverse iniziative: per esempio il complesso scolastico con scuola materna, primaria, secondaria, liceo scientifico sportivo internazionale, biblioteca, campo da calcio e da tennis. Sarebbe un miracolo vederlo inaugurato la prossima primavera. Per ora, le lezioni si terranno ancora nelle strutture provvisorie. Tra gli sfollati, restano 30-40 persone sulla costa e 20-30 famiglie a L’Aquila. La Regione Lazio ha consegnato 200 “casette” sulle 480 richieste. Vero, ci sono dei problemi, ma anche se le responsabilità non sono nostre (la gara è stata fatta dalla Protezione civile, l’ urbanizzazione è a cura della Regione Lazio) abbiamo attivato un numero verde da contattare per le segnalazioni di criticità riscontrate nei moduli abitativi. Da sindaco, mi auguro che la mia gente sappia agire da squadra, che metta da parte l’«io» per ragionare col «noi».