Benessere Sconfiggere l’acne da adulti
L’ ULTIMA NOVITÀ È LA LAMPADA AD ALTA INTENSITÀ. PER COMBATTERE COMEDONI E PAPULE BISOGNA PERÒ RISALIRE ALLE CAUSE. E STARE ATTENTI AL SOLEE ALLA DIETA SREGOLATA
Alzi lamano chi non ha mai «litigato» con punti neri, brufoli e pustole, cedendo alla tentazione di fare una cosa sbagliata: schiacciarli .« Questa manovra », spiega Pier
giacomo Calzavara Pinton, presidente della Società italiana di Dermatologia S idem ast ,« aggravala situazione: provocala formazione di cicatrici profonde epermanentiper via della forza impressa dalle unghie sui tessuti. Inoltre, la rottura del follicolo genera un’infezione cheguarisce lentamente ecausa a sua volta cicatrici». Secondo le statistiche 8 persone su 10 soffrono di acne, spesso in modo lieve e per un tempo piuttosto limitato. Ma è sbagliato credere che il problema sia tipico soltanto della pubertà: «In effetti raggiunge l’ apice durante l’ adolescenza e dintorni, di solito trai 12 e i 25 anni», dice Giuseppe Monfrecola, professore ordinario di Dermatologia all’Università Federico II di Napoli. «Ma può persistere o scatenarsi anche più avanti e proseguire fino ai 35-40anni».
OCCHIO A FRITTI E DOLCI
Certo è che sull’acne si fa spesso confusione: non è vero, per esempio, che sia provocata da una scarsa igiene. «Anzi, lavarsi e sfregarsi troppo insistentemente o usare detergenti “aggressivi” può peggiorare la situazione», precisa Monfrec ola .« Così come usare cosmetici troppo grassi, che favoriscono l’accumulo di sebo e l’ostruzione del follicolo pilifero ». E per quanto riguarda l’associazione traacneecibo (primo indiziato il cioccolato)? «Non è mai stato dimostrato alcun legame scientifico», risponde Calzavara. « Non ci sono prove fondate sulla “colpevolezza” di zuccheri, grassi o proteine. Si può però ipotizzare che un’ alimentazione sregolata, con un eccesso di fritti, insaccati e dolci (peraltro nocivo per la salute in generale), possa aggravare l’irritazione della pelle».
NON SOLO CREME E GEL
Quanto alle cure, sbaglia chi crede che bastino le soluzioni topiche (creme, gel e lozioni per la pelle) e anche chi pensa che servano obbligatoriamente gli antibiotici o, per le ragazze, la pillola
anticoncezionale. « Per stabilire la terapia corretta è fondamentale capire
da dove nasce il problema», spiegano gli esperti. «Tenendo conto di vari aspetti: la tipologia di acne, valutando, per esempio, gravità e localizzazione prevalente; età e sesso del paziente; eventuali trattamenti già fatti o in corso; uso di farmaci per altre malattie. Le cure, anche nuove, a disposizione sono molte, bisogna però scegliere il trattamento più indicato».
AOGNUNO LA SUATERAPIA
Quando bisogna eliminare soltanto pochi punti neri o bianchi (in caso di acne lieve), possono essere sufficienti trattamenti dermocosmetici specifici acquistabili senza prescrizione medica. Nei casi di acne moderata, con numerosi comedoni, papule e pustole, «occorrono farmaci locali come i retinoidi per ridurre l’ipercheratosi del follicolo e liberare lo sbocco follicolare oppure il benzoil perossido e la clindamicina per ridurre la componente batterica», chiarisce Calzavara Pinton. «Sono molto utili gli antibiotici per bocca ad azione antinfiammatoria e attivi controibatteri che causano l’acne. E nelle donne con patologie ormonali serve una terapia specifica, che include in determinati casi le pillole anticoncezionali capaci di ridurre la produzione di sebo». Infine, quando l’acne è in formagrave e si presenta con noduli o cisti che possono lasciare cicatrici, deve essere valutato l’uso, sotto stretto controllo dermatologico, di isotretinoina orale. Un’ultima novità (per l’acne moderata o severa) è la terapia biofotonica, basata sulla conversione della luce che stimola i meccanismi di riparazio- ne della cute a livello cellulare e mira a eliminare i batteri riducendo i segni delle cicatrici. Questa strategia, non rimborsata dal Ssn, utilizza una lampada ad alta intensità insieme a un gel foto convertitore( che non è né assorbito né metabolizzato dalla pelle, quindi è ben tollerato); viene eseguita due volte a settimana per sei settimane con sedute di una decina di minuti. Inuna recente sperimentazione ha “regalato” una pelle pressoché liberada acne in un paziente su tre e i risultati sono rimasti stabili per almeno sei mesi.