Oggi

Come diventare Miss Italia

Il decalogo di Patrizia Miri gli ani

- di Maria Giuseppina Buon anno e Mariagiova­nna Capone

Quando sei anni fa debuttò il decalogo per Miss Italia si parlò di rivoluzion­e dei costumi. I consigli di Patrizia Mirigliani furono coniati per accompa- gnare le reginette di bellezza verso la consapevol­ezza, guidarle nell’età adulta fornendo loro i mezzi per districars­i nelmondo. Da allora i tempi sono cambiati e il decalogo del 2017 si arricchisc­e di nuove visioni della vita e dell’essere donna. Più che consigli, sembrano condi- zioni indispensa­bili per colei che dovrà reggere il peso della corona di più bella d’Italia per 365 giorni. Se quindi sei anni fa la patron Mirigliani sembrava volesse risvegliar­e delle principess­e addormenta­te, stavolta vorrebbe mostrare la retta via alle principess­e fin troppo sveglie.

«Sembrano i consigli che darebbe una nonna alla nipote, perché una mamma è già più avanti e ha visioni progressis­te», esordisce la scrittrice Maria Venturi. «Trovo le regole elencate nel decalogo impraticab­ili. Mi pare che Patrizia Mirigliani, che stimo, abbia una visione lontana dalla realtà e di come siano realmente le ventenni che oggi partecipan­o alle selezioni di Miss Italia. La invito ad aprire gli occhi: sono narcisiste, esibizioni­ste, arriviste. Più che abbracciar­e gli alberi abbraccere­bbero un calciatore». E aggiunge: «Le ventenni non hanno bisogno di sentirsi dire di non farsi tatuaggi perché hanno chiaro in mente chi essere e cosa fare. Esiste una sola regola per loro: “Facciamo quello che vogliamo”. Mi auguro solo che lo facciano stando a posto con la loro coscienza». Ironica e pungente come sempre, Venturi rincara la dose: «Se il decalogo fosse indirizzat­o alle ragazze in generale potrebbe essere interessan­te, ma le timide e sempliciot­te, che pure esistono, non si iscrivereb­bero mai a un concorso di bellezza. Per sfilare sulle passerelle delle selezioni in provincia occorre faccia tosta, altrimenti caschi giù». Per Barbara Alberti, Miss Italia rappresent­a « una religione per chi ne vuole far parte, quindi ogni regola sarà mantenuta. Ma giusto il tempo del concorso, ovviamente». Per la caustica autrice umbra, «chi vive questo mondo del concorso di bellezza tutto l’anno, vive in una dimensione diversa dalla nostra. Rispetto Patrizia Mirigliani ma mi fa tenerezza, perché dipinge unmondo ideale che cozza con la realtà che poi leggiamo sui giornali, dove le donne sono sempre

vittime. Accolgo quindi con piacere alcune regole che dovremmo declinare a tutte le ragazze: “Pensate da donne libere”. Che è diverso da un “siate libere” che per alcune potrebbe essere un atteggiame­nto. È un concetto profondo, invita al pensiero». «Trovo il decalogo rivoluzion­ario», esclama Antonella Boralevi. «Brava Mirigliani che sta usando un con- corso di bellezza per far arrivare un messaggio alle ragazze: non lasciatevi ingannare dalle mode, pensate con la vostra testa». Per la scrittrice, impegnata nel tour promoziona­le del suo libro Byron, storia del cane che mi ha insegnato la serenità, il decalogo è «più di quello che sembra: sono imperativi morali per una donna evoluta. Alcuni passi del decalogo però sono luoghi comuni destinati a fallire», aggiunge Boralevi. «Non me le immagino queste giovani, connesse 24 ore al giorno, spegnere il cellulare e correre al parco per abbracciar­e gli alberi. Forse lo farebbero giusto per farsi un selfie e postarlo su Instagram».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy