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Mamme coraggiose Storia di un parto in autostrada

ELISA DELL’ORTO HA FATTO LA LEVA TRICE DI SES TESSA: HA PARTORITOL­A BIMBA IN UNA PIAZZOLA. IN PIEDI

- di Marco Gasperetti

Che Teresa avesse deciso di nascere a tutti i costi, mamma Elisa l’ha capito con certezza assoluta alla ventesima curva del secondo viadotto di quel tratto dell’autostrada A15, la Parma-La Spezia, che dalla montagna arriva sino al mare. Un rapido sguardo al marito, lemani sul pancione per monitorare, da ex ostetrica, l’ultima contrazion­e, le acque che si rompono e poi la frase fatidica: «Federico fermati quando puoi, nostra figlia sta nascendo, è questione di pochissimo, ne sono certissima». Previsione perfetta. Dieci minuti dopo, Teresa, una bella bambina di tre chili e mezzo, avrebbe visto la luce in un’area di sosta di Santo Stefano Magra, in provincia di La Spezia, mentre le auto dell’esodo e del controesod­o sfrecciava­no a pochi metri di distanza. Ma mai Elisa Dell’Orto avrebbe immaginato da ex ostetrica che per far nascere la sua seconda figlia avrebbe dovuto fare la levatrice di se stessa e poi insegnare al marito e a una coppia di turisti, Alfonso e Livia, operai di Osio di Sotto ( Berga- mo) a improvvisa­rsi infermieri. «Ho iniziato a monitorare le contrazion­i, racconta mamma Elisa, «a contare, a respirare e a cercare di mettere in pratica tutte le tecniche che avevo insegnato alle mie partorient­i. Ma è stato così improvviso che anche io sono rimasta stupefatta».

UNA NATIVITÀ TRA AUTO E ODORE DI BENZINA

Già, perché Teresa non ha neppure aspettato che la mamma si sdraiasse sull’erba. È nata. «Sono stata io la prima a prenderla tra le mani», ricorda Livia, «e l’ho subito data a quella mamma che se l’è appoggiata sul petto». È stato allora che in quella piazzola, tra la Liguria e la Lunigiana, a 32 gradi all’ombra, è arrivata una magia. E si è manifestat­a un’improbabil­e natività, tra auto e accaldati viaggiator­i, fumi di marmitte e odori di benzina. E il babbo? Federico Bonni, già consiglier­eM5S a Carrara, non si è mosso di lì, tremante di paura e poi commosso davanti a quello spettacolo incongruo e allo stesso tempo sublime. È corso in auto a prendere asciugaman­i puliti, ha avvolto la piccola, l’ha guardata per la prima volta in viso mentre l’ambulanza, che aveva chiamato poco prima, arrivava. «Eravamo in vacanza in montagna a Zeri», racconta Federico. «Dovevamo restare qualche giorno in più perché Teresa sarebbe dovuta nascere il 12 agosto e i medici ci avevano detto di stare tranquilli. Ma poi mia moglie mi ha detto che avvertiva qualche dolorino. Nulla di preoccupan­te, ma meglio anticipare la partenza». Il viaggio sembra tranquillo. Poi, passata Aulla, ecco arrivare i dolori. «Quando ho telefonato al 118 gridando che mia figlia stava nascendo sull’autostrada», continua Federico, «non ho avuto neppure il tempo di finire la frase. Elisa ha partorito in piedi e sono diventato padre per la seconda volta». Qualcuno, sull’aiuola, ha lasciato un foglio. «Qui è nata una stella». Quattro giorni prima della notte di San Lorenzo quando il cielo si riempie di scie luminose. Comemilion­i di comete.

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