Mamme coraggiose Storia di un parto in autostrada
ELISA DELL’ORTO HA FATTO LA LEVA TRICE DI SES TESSA: HA PARTORITOLA BIMBA IN UNA PIAZZOLA. IN PIEDI
Che Teresa avesse deciso di nascere a tutti i costi, mamma Elisa l’ha capito con certezza assoluta alla ventesima curva del secondo viadotto di quel tratto dell’autostrada A15, la Parma-La Spezia, che dalla montagna arriva sino al mare. Un rapido sguardo al marito, lemani sul pancione per monitorare, da ex ostetrica, l’ultima contrazione, le acque che si rompono e poi la frase fatidica: «Federico fermati quando puoi, nostra figlia sta nascendo, è questione di pochissimo, ne sono certissima». Previsione perfetta. Dieci minuti dopo, Teresa, una bella bambina di tre chili e mezzo, avrebbe visto la luce in un’area di sosta di Santo Stefano Magra, in provincia di La Spezia, mentre le auto dell’esodo e del controesodo sfrecciavano a pochi metri di distanza. Ma mai Elisa Dell’Orto avrebbe immaginato da ex ostetrica che per far nascere la sua seconda figlia avrebbe dovuto fare la levatrice di se stessa e poi insegnare al marito e a una coppia di turisti, Alfonso e Livia, operai di Osio di Sotto ( Berga- mo) a improvvisarsi infermieri. «Ho iniziato a monitorare le contrazioni, racconta mamma Elisa, «a contare, a respirare e a cercare di mettere in pratica tutte le tecniche che avevo insegnato alle mie partorienti. Ma è stato così improvviso che anche io sono rimasta stupefatta».
UNA NATIVITÀ TRA AUTO E ODORE DI BENZINA
Già, perché Teresa non ha neppure aspettato che la mamma si sdraiasse sull’erba. È nata. «Sono stata io la prima a prenderla tra le mani», ricorda Livia, «e l’ho subito data a quella mamma che se l’è appoggiata sul petto». È stato allora che in quella piazzola, tra la Liguria e la Lunigiana, a 32 gradi all’ombra, è arrivata una magia. E si è manifestata un’improbabile natività, tra auto e accaldati viaggiatori, fumi di marmitte e odori di benzina. E il babbo? Federico Bonni, già consigliereM5S a Carrara, non si è mosso di lì, tremante di paura e poi commosso davanti a quello spettacolo incongruo e allo stesso tempo sublime. È corso in auto a prendere asciugamani puliti, ha avvolto la piccola, l’ha guardata per la prima volta in viso mentre l’ambulanza, che aveva chiamato poco prima, arrivava. «Eravamo in vacanza in montagna a Zeri», racconta Federico. «Dovevamo restare qualche giorno in più perché Teresa sarebbe dovuta nascere il 12 agosto e i medici ci avevano detto di stare tranquilli. Ma poi mia moglie mi ha detto che avvertiva qualche dolorino. Nulla di preoccupante, ma meglio anticipare la partenza». Il viaggio sembra tranquillo. Poi, passata Aulla, ecco arrivare i dolori. «Quando ho telefonato al 118 gridando che mia figlia stava nascendo sull’autostrada», continua Federico, «non ho avuto neppure il tempo di finire la frase. Elisa ha partorito in piedi e sono diventato padre per la seconda volta». Qualcuno, sull’aiuola, ha lasciato un foglio. «Qui è nata una stella». Quattro giorni prima della notte di San Lorenzo quando il cielo si riempie di scie luminose. Comemilioni di comete.