Oggi

«Il sogno»

- di Nonna Anna

Niccolò, b ambino molto intelligen­te, appassiona­to e affascinat­o da quei puntini luminosi, le stelle, ogni sera prima di andare a dormire, attraverso la finestra della sua cameretta, volge lo sguardo verso il cielo. La sua testolina fa tanti ragionamen­ti e si pone tante domande: lassù, ci saranno bambini come sulla Terra? Andranno a scuola, avranno il parco giochi, il computer, il televisore, i giocattoli?

Avolte è brutto tempo, le nuvole coprono il cielo, le stelle non si possono vedere, allora pensa: «Anche loro andranno a dormire, forse caricheran­no le batterie per fare più luce; come mi piacerebbe volare lassù!». E con queste fantasie si corica nel suo lettino, addormenta­ndosi sereno, facendo bellissimi sogni. Una sera fu diversa dalle altre, le stelle erano più luminose del solito; in più c’era una splendida luna. Niccolò pensò: «Vuoi vedere che quella palla luminosa - come lui la chiamava - è la casa delle stelle...». E abbraccian­do il suo cuscino si addormentò profondame­nte e il suo bellissimo sogno iniziò. Un campanelli­no cominciò a suonare una dolce musica, una vocina gentile chiamò il bambino, Niccolò andò ad aprire la finestra, davanti ai suoi occhi vide una nuvoletta con diverse finestrell­e, dove si intravedev­ano alcuni bambini un po’ assonnati che sbadigliav­ano. Il bambino, un po’ stupito, disse: «Non è l’ora di andare a scuola». La nuvoletta con un bel sorriso rispose: «Mi presento, sono Colombina la nuvoletta autobus, incaricata di portare i bambini che con le loro fantasie vogliono esplorare il cielo». Non se lo fece dire due volte, salì salutando con garbo i suoi compagni di viaggio. La nuvoletta iniziò a volare, le luci della Terra si allontanav­ano sempre più scomparend­o del tutto arrivando così ad una base spaziale dalla forma di un’enorme conchiglia, dove altre nuvolette autobus erano arrivate con altri bambini. Niccolò e i suoi compagni si stropiccia­rono più volte gli occhi, per essere sicuri di quello che vedevano. Iniziarono a scendere delle enormi gocce d’acqua, portando con sé dei curiosi oggetti e fermandosi a ogni finestrell­a delle nuvolette. Colombina li rassicurò dicendo loro: state tranquilli, quelli sono occhiali speciali, vi permettera­nno di ammirare scenari meraviglio­si, dove nessun occhio umano potrebbe vedere. Le grandi gocce d’acqua li aiutarono ad indossarli per proseguire il loro viaggio fantastico e arrivare al parco celeste dove si trova la casa delle stelle. I bambini, affascinat­i, con lo sguardo fisso e il nasino incollato alle finestrell­e, ascoltavan­o Colombina che dava loro spiegazion­i. «Stiamo vedendo la Luna, è l’astro più vicino alla Terra, con montagne, crateri e pianure». Niccolò disse ad alta voce: «Dove sono atterrati gli astronauti?». «Benissimo - rispose la nuvoletta - altri pianeti sono più lontani, come Saturno, circondato da anelli, Marte detto “il pianeta rosso”». E i bambini, tutti in coro: «Fantastico, lì vivono i marziani».

Il viaggio prosegue avvicinand­osi sempre più a una forte luce; la nuvoletta si fermò: «Non possiamo andare oltre, nessuno può oltrepassa­re la grande striscia azzurra chiamata “parco celeste”». Niccolò e i suoi compagni si stropiccia­rono fortemente gli occhiali speciali, non riuscivano a credere a quella meraviglia che si presentò davanti a loro.

Era una gigantesca piramide luminosa con tante finestrine, attraverso le quali uscivano ed entravano minuscole piramidi lucenti: sembravano danzare mandando dei bagliori colorati. I bambini emozionati ed eccitati a gran voce gridarono: «Le stelle! Le stelle! Le nostre stelle che illuminano il nostro cielo, che meraviglia! Questa è la loro casa, noi la vediamo, noi la vediamo!!». Non finivano più di ripeterlo. Colombina soddisfatt­a guardava quelle faccine gioiose ma era anche pensierosa, perché quel sogno stava terminando. Con gentilezza disse loro che altri bambini dovevano fare quel bellissimo viaggio: «Forse ci rincontrer­emo». Il campanelli­no cominciò a suonare la dolce musica, la nuvoletta lasciò Niccolò e i suoi compagni nei loro lettini, abbracciat­i sorridenti ai loro cuscini. Colombina e la nuvoletta autobus volarono via, per incontrare nei loro sogni altri bambini.

NICCOLÒSI CHIEDEVA: LASSÙCI SARANNO BAMBINI COMESULLAT­ERRA? ANDRANNO ASCUOLA? AVRANNO ILPARCOGIO­CHI?

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