A che cosa serve esattamente il meeting di Cernobbio?
Cernobbio, in provincia di Clooney, è un’assise annuale durante la quale politici a rotazione umettano le parti intime di imprenditori e economisti nella speranza che costoro, quelli che realmente comandano il mondo, li benedicano e li facciano giocare per qualche anno con la campanella di presidente del Consiglio. Quest’anno è toccato a Luigi Di Maio, che per l’occasione era doppiato da uno che sapeva usare la consecutio temporum, e Matteo Salvini, cui era stata donata per tempo una felpa con su scritto « Lago di Como», in modo che potesse raggiungere la località in questione senza passare da Helsinki come al solito. Diffidando delle capacità relazionali dei due, banchieri e altri potentoni avevano predisposto un piccolo test d’ingresso che li elevasse almeno al livello di un Tremonti qualsiasi, uno che a Cernobbio è talmente habitué che ormai viene conteggiato alla voce «scenografia». In particolare, le prove consistevano in colorazione di banconote di euro coi pastelli (Salvini ha prediletto il verde sia per quelle da 100 che per tutte le altre, Di Maio ha disegnato sul retro di ognuna un profilo di Casaleggio), prelievo di 240 euro al bancomat (Salvini li ha ritirati ma li ha subito girati a Bossi per le spese legali, Di Maio ha sbagliato tre volte il Pin perché per lui 1 vale 1) e completamento in 30 minuti di un puzzle componente la scritta «Bilderberg» (al momento di andare in stampa nessuno dei due ha ancora terminato il cimento). Alla fine comunque li hanno fatti parlare, tanto poi alle elezioni vince Berlusconi e si mette d’accordo con Renzi, ma almeno si sono fatti quattro risate prima di andare a mettere sul lastrico altri correntisti sprovveduti. Alla prossima.