CRISTOFORO COLOMBO: PERCHÉ L’AMERICA CE L’HA CON LUI?
Loaccusano di essere all’origine del genocidio degli indigeni perpetrato dagli europei subito dopo la scoperta dell’America. A Houston la sua statua è stata imbrattata di sangue, a Detroit gli hanno ficcato in testa un’ascia, altremanifestazioni si sono svolte a Baltimora, Lancaster, Columbus, San José. A Yonkers, vicino a New York, gli è stata tagliata la testa. In realtà, la guerra a Colombo è una deviazione rispetto alla guerra dichiarata alle statue dei confederati.
Chi sarebbero i confederati? I sudisti che combatterono contro i nordisti che volevano la fine della schiavitù. I sudisti, in quanto schiavisti, sono entrati nel mirino degli antirazzisti. Domenica 13 agosto, a Charlottesville, in Virginia, volendo condannare schiavismo e razzismo, gli antirazzisti si preparavano ad abbattere la statua del generale sudista Robert E. Lee. Sono allora intervenuti in difesa della statua i cosiddetti suprematisti, gente che crede alla superiorità dell’uomo bianco e rappresenta l’estrema destra del Paese. Gli scontri si sono conclusi con tre morti e dichiarazioni di Trump che hanno acceso ancor di più gli animi. Tra i sostenitori di Trump nella campagna elettorale c’erano anche quelli del Ku Klux Klan. E dai sudisti s’è passati a Cristoforo Colombo? Sì. Al punto che, nei vari Stati americani si comincia ad abolire il Columbus Day, la festa nazionale che ogni secondo lunedì di ottobre ricorda l’arrivo di Cristoforo Colombo e che si celebra, in qualche modo, fin dal 1792. Le quattro città principali che l’hanno già cancellato e sostituito con un Indigenous Day sono Los Angeles, Seattle, Denver e Albuquerque. Ci sta pensando anche New York, dove intanto è stata costituita una commissione incaricata di esaminare le statue cittadine che potrebbero istigare «all’odio, alla divisione, al razzismo, all’antisemitismo». Colombo, dal 1892, ha una celebre statua sulla 59esima, davanti all’ingresso di Central Park. La condanna a morte è probabile.