È giusto il numero chiuso nelle facoltà umanistiche?
L’ UNIVERSITÀ STATALE DI MILANO AVEVA IMPOSTO UN LIMITE AGLI INGRESSI. ILTARDEL LAZIO HA INVECE DATO RAGIONE AGLI STUDENTI CHE HANNO PROTESTATO: POTRANNO ISCRIVERSI TUTTI, MA CON RISERVA
Sono assolutamente favorevole al numero chiuso e alle selezioni anche per l’ingresso nelle facoltà umanistiche. Lo dico proprio da ex studente di Giurisprudenza. Molto spesso, purtroppo, la scelta di frequentare una facoltà umanistica viene fatta da ragazzi che non hanno ancora capito cosa vogliono fare e hanno intenzione di “parcheggiare” il proprio futuro, in attesa di successive decisioni. Alcuni continueranno gli studi, altri, al contrario, li abbandoneranno dopo un po’, perdendo anni della propria vita. Invece, come già succede in altri Paesi oppure per altre facoltà, devono essere premiati sia l’impegno di chi si applica per ottenere da subito un risultato, sia le capacità che vengono acquisite nel tempo. La crisi culturale cui assistiamo in questo momento si deve anche alle facoltà che non hanno prodotto quelle vere professionalità - come invece accade per chi si laurea in Medicina, per esempio - che avrebbero dovuto sostenere la cultura del Paese.
Se uno, poniamo, vuole iscriversi a Lettere, ma non puòperchévige il limitedi accesso, a essere impedito è il suo diritto allo studio, garantito dalla Costituzione. Questa è la ragione di fondo per cui il numero chiuso
è un’aberrazione. Viene introdotto non perché sono troppi gli studenti, mapochi i professori. Gli studenti non dovrebberomai essere considerati “troppi”, soprattutto in Italia, che registra un numero di diplomati e laureati inferiore di un terzo alla media europea. Nel 1969, grazie alle grandi lotte del Sessantotto, conquistammo la liberalizzazione degli accessi all’università: da quel momento tutti gli studenti delle scuole superiori potevano accedervi, mentre prima solo quelli dei licei classici e scientifici. Un traguardo storico. Non accompagnato, fino a oggi, dal necessario aumento di aule, laboratori, professori eccetera. Anziché porre riparo alle carenze strutturali, con il numero chiusosi tornerebbe indietro. E proprio nell’investimento strategico di una nazione: quello sui giovani e sulla conoscenza. Roba da matti.