Ridono, piangono e vogliono la corona
ALICEVIVE INUNPAESECON14ABITANTI, SARASIPAGALEBOLLETTEEDANIELAFAL’INFERMIERA INUNACASADICURA. SIAMOANDATIACURIOSARENELLESELEZIONIDELLOSTORICOCONCORSO DI BELLEZZA. EABBIAMOSCOPERTOCHEQUESTERAGAZZENONSONOAFFATTO «BELLEEOCHE»
Piangono tanto. Piangono tutte. Le 214 aspiranti Miss Italia, arrivate a Jesolo per la selezione finale, piangono per la delusione quando vengono bocciate, piangono quando si presentano, piangono tra di loro dietro le quinte. Piangono, di gioia, quando passano nelle 30 che parteciperanno alla finale. L’unica che non piange è quella che avrebbe motivo per farlo, la numero 25: dopo essere stata selezionata corre raggiante fuori dallo studio, e come prima cosa chiama l’immeritevole fratello. «Faccio la finale! Compra i biglietti per venire a Jesolo». Dall’altra parte silenzio, poi: «... Brava eh, però il 10 c’è Inter-Spal». Fanno tenerezza mentre sfilano davanti alla telecamera, per le selezioni, vestite soprattutto di tante aspettative. Con poche parole, cercate in monologhi ripetuti allo specchio, provano a fare buona impressione. Certo, i risultati sono altalenanti: come dimenticare l’exploit della numero 29, Laura Coden? «Amo molto la poesia. Vi vorrei recitare una poesia di Giacomo Leopardi: La donzelletta vien dalla montagna...». «Si certo, stava in settimana bianca», commenta impietoso un tecnico dietro le quinte. Però sarebbe troppo facile infierire: provateci voi, in costume da bagno, con un riflettore sparato in faccia, a dire qualcosa su voi stessi senza fare una figura barbina.
IN TRENTA PERLA FINALE
Per questo, tra le 30 finaliste, abbiamo scelto, quasi a casaccio, tre ragazze da far conoscere meglio. Lo premettiamo subito, prima che in questo clima di complottismo qual-
cuno ci accusi di volerle favorire: non sappiamo certo se siano le più belle. Qui sono tutte belle, e tutte con qualcosa da raccontare, ad avere la voglia di stare ad ascoltarle. Sara Croce, 19 anni, da Garlasco (Pavia), ad esempio, ha iniziato a lavorare a 16 anni e contribuisce da tempo al bilancio familiare, un po’ zoppicante. In casa lei e il fratello pagano le bollette: «Quindi siamo credo gli unici adolescenti che stanno sempre attenti a spegnere la luce quando escono da una camera». Un comportamento green dettato più che altro dal timore della fattura Enel. La vita di Sara è tutta all’insegna dell’energia (elettrica). Il padre, manco a dirlo elettricista, e anche chitarrista per hobby, l’ha allevata nel culto dell’heavy metal, e ora l’idolo dell’aspirante miss non è una popstar come Justin Bieber, ma un vecchio pirata dell’hard rock come il 76enne Ozzy Osburne.
LA PIÙ BELLA DEL PAESE
Alice Rachele Arlanch, 179 centimetri di algida bellezza, confessa di aver accettato di partecipare al concorso soprattutto per vincere una timidezza a volte paralizzante: «Per me sfilare è una tortura, ma la vita inizia quando riesci a superare i tuoi limiti». Tra le tante incertezze, almenoAlice può avere la sicurezza di essere la più bella del paese: vive in una minuscola frazione di 14 abitanti, che come lei si chiama Arlanch, nel territorio di Vallarsa, un comune sparso sulle montagne vicino a Trento. Quando le chiediamo di raccontarsi un po’, confessa come fosse un crimine, con gli occhi lucidi, di aver ripetetuto la quarta ginnasio: «La delusione che ho dato aimiei genitori nonme la scorderò mai, come non scordo la vergogna che ho provato per quel fallimento». Altri rimpianti? «Pensavo che a Miss Italia partecipassero solo le oche, mi rimangio tutto. La stupida ero io»
LA REGINA DELL’OSPIZIO
Dopo le timidezze di Sara e Alice, con Daniela Mazzaferro da Civitanova Marche si cambia registro: curvilinea infermiera in una casa di cura per an- ziani, che sono insieme pazienti, fan e pretendenti, ammette la sua debolezza. «Io, quando devo sfilare, o c’è qualcuno che mi guarda, divento una tigre. Forse sono esibizionista. Persino se vado a spasso per il paese mi viene naturale camminare in mezzo alla strada, tanto chemiamammami dice: “Danie’, ma che ci fai là? ». Se vince, la prima cosa che farà sarà far indossare la corona a qualcuno dei pazienti, che, ovviamente fomentati dal personale di sala, hanno già fondato il fan club e la tempestano di messaggi e video suWhatsApp. «Per venire a Jesolo ho preso le ferie, quindi sono qui in vacanza, mi voglio divertire. Però i miei vecchietti mi mancano. Si vorrebbero tutti fidanzare con me, ma uno in particolare, che ha più di novant’anni, ogni giorno mi dice: “Daniela, ci dobbiamo sposare. Mio figlio non vuole, ma a noi che ci frega?”. Solo che a volte è dura. L’anno scorso il 23 dicembre se n’è andato un signore a cui ero mi ero tanto affezionata. Gli avevo già comprato un regalino, un campanellino per chiamarmi quando aveva bisogno. Che brividi quando a Natale l’ho lasciato sul suo letto vuoto». Così, anche l’intervista si chiude con tante lacrime.
«SE VINCO FARÒ INDOSSARE LA CORONA AI VECCHIETTI DELL’OSPIZIO»