Medjugorje: ora ilPapa ha un problema serio
DEVE CONCILIARE I PARERI DEI VESCOVI HOSEREPERICE DEL CARDINALE RUINI SUI RACCONTI DEI VEGGENTI. PROPRIO LUI CHE, IN PROPOSITO, HA GIÀDETTO: «PERME, NONHANNOTANTO VALORE»
Come farà Francesco a uscire dal cul de sac in cui è finito col Caso Medjugorje? Abreve, dovrà trovare una quadra tra la relazione che nel 2014 gli consegnò il vescovo Camillo Ruini (dopo quattro anni di studi sulle apparizioni mariane che dal 1981 sei veggenti della cittadina della Bosnia Erzegovina sostengono di avere) e quella che entro l’anno gli consegnerà l’arcivescovo di Varsavia-Praga Henryk Hoser (invia- to nel febbraio scorso da Bergoglio a indagare sull’organizzazione pastorale del culto). Nella relazione di Ruini, anticipata in alcune occasioni dal Papa, ci sarebbe il riconoscimento dell’autenticità delle prime apparizioni (quelle tra il 24-25 giugno e il 1° luglio 1981). E le altre? E quelle che tutt’ora sarebbero in corso (Maria apparirebbe ogni giorno a tre veggenti, una volta l’anno agli altri tre, e a due di loro, una volta al mese ma in date diverse, darebbe “messaggi per il mondo”)? «Tutto fa credere che le apparizioni saranno riconosciute entro l’anno. Sarebbe difficile prendere una decisione diversa perché è impossibile per sei veggenti mentire per 36 anni», ha detto di recente Hoser. Il Papa però non ha mai nascosto di essere di parere diverso. Nel maggio scorso dichiarò: «Preferisco la Madonna Madre che non la Madonna capo di ufficio telegrafico che ogni giorno invia
un messaggio. Queste presunte apparizioni non hanno tanto valore: questo lo dico come opinione personale». A questa “opinione personale” aggiunse subito una chiosa “politica”: «Bisogna tener conto del nocciolo della Relazione Ruini: il fatto spirituale e pastorale, gente che va lì e si converte, incontra Dio, cambia vita. E non grazie a una bacchetta magica». «Sono tanti i frutti spirituali a Medjugorje», aggiunge Hoser.
IL MODELLO AFRICANO
Il punto è lì: i fedeli a Medjugorje sono tanti (oltre unmilione l’anno), il culto è florido e la Chiesa non può ignorarlo. Nonostante Ratko Peric, vescovo della cittadina di Mostar (nella cui diocesi si trovaMedjugorje), abbia più volte affermato che la Madonna che qui apparirebbe «si comporta inmodo diverso dalla vera Madonna, Madre di Dio, nelle apparizioni riconosciute finora come autentiche dalla Chiesa: di solito non parla per prima; ride in maniera strana; a certe domande scompare e poi ritorna; obbedisce ai “veggenti” e al parroco che la fanno scendere dal colle in chiesa sebbene controvoglia. Non sa per quanto tempo apparirà; permette ad alcuni di calpestare il suo velo, di toccare la sua veste e il suo corpo. Non è la Madonna evangelica». Ed evidenzia le discrepanze nei racconti dei veggenti, sia sul colore dell’abito della Madonna, sia sulla durata delle apparizioni. Hoser conosce la posizione di Peric, ma ha lasciato intuire quale potrebbe essere la via che Bergoglio sceglierà di percorrere per uscire dall’impasse. Il modello sarebbe quello del culto della Madonna di Kibeho (Ruanda), approvato dalla Chiesa nel 2001: di quel culto nato nel 1981 e protrattosi a lungo, furono considerate autentiche solo le apparizioni di tre dei sei veggenti e solo quelle relative ai primi due anni. Hoser ha anche aggiunto: «Il culto mariano si può svolgere anche senza apparizioni, perché al di là di quelle rimane il messaggio di pace». Una soluzione “politica” a un problema spirituale: non è forse questo il talento con cui la Chiesa, da oltre2mila anni, riesce a rinnovare se stessa senza mai davvero tradirsi?