Oggi

« In questo “museo” io e Osvaldo ci amiamo da 50 anni »

«ABBIAMO FESTEGGIAT­O MEZZO SECOLO DI MATRIMONIO », RACCONTA L’ARTISTA. «A UNIRCI È LA PASSIONE PER L’ANTIQUARIA­TO». QUI CI SVELA I RETROSCENA DEL LORO MATRIMONIO. E IL SUO SOGNO: UNO SHOW TUTTO PER SÉ

- Dalla nostra inviata Dea Verna - foto Tommaso Gasperini/Massimo Sestini

Il suo numeromagi­co è il 90. «Ho 90 acquasanti­ere, 90 bambole», spiega Orietta Berti. «La verità è che inizio a fare le collezioni, poi arrivo a 90, mi stufo e mi fermo». La casa della cantante emiliana è un tempio del collezioni­smo, piena di quadri, statue, porcellane, bronzi. «Il collezio- nismo è la passione che ha unito me e mio marito Osvaldo per tutti questi anni», racconta Orietta. «Non è un caso se ci siamo conosciuti proprio a una fiera, quella di San Simone, qui a Montecchio: io avevo 18 anni, lui 19». Tra concerti, Canzonissi­me, Festival e tante scorriband­e dagli antiquari di tutto il mondo, il loromatrim­onio è ar-

rivato quest’anno al traguardo dei 50, proprio come la carriera della cantante. Orietta ci racconta i retroscena della proposta di nozze. «Eravamo fidanzati quando ci propongono una tournée negli Stati Uniti, conClaudio Villa», spiega. «Così miamadre va da Osvaldo e gli dice: “So che sei serio e non cambieraim­ai idea, ma è meglio che tu e Orietta vi sposiate prima di partire”. E lui risponde: “Volentieri, ma siamo in Quaresima, non si posso- no celebrare matrimoni”. Mia madre non si arrende: “Ci parlo io con don Mario, il nostro parroco, vedrai che vi sposerà”. E così fu: ci siamo sposati il 14marzo del 1967 e il 18 siamo partiti per l’America. Fu quello il nostro viaggio di nozze». Anche una coppia di ferro come la loro ha conosciuto momenti di crisi. «Negli Anni 70 si lavorava tanto, troppo», dice Orietta. «Osvaldo, che è sempre stato il mio manager, soffriva lo stress, era depresso, irritabile. Poi ci è capitato di lavorare per produttori che ci sfruttavan­o e basta, e liberarsen­e non era facile. Eppure, dopo 50 anni, siamo ancora qui, abbiamo due figli meraviglio­si, Omar e Otis, e il nostro rapporto è ancora più forte».

È OSPITE FISSA DA FAZIO

Complice della loro solidità è stata proprio questa casa. «Non sa quante volte mi hanno chiesto di trasferirm­i

a Roma o Milano», racconta la Berti. «Ho rinunciato a tanti programmi in tv pur di rimanere qui a Montecchio, che è il paese natio di Osvaldo. In questa casa, che ha tre piani, vivevano sia i suoceri sia i miei genitori, per noi è sempre stata un rifugio. Stavamo via per le tournée anche a lungo, ma poi tornavamo sereni nel nostro nido, sapendo che i bambini erano felici e ben curati dalle nonne. Qui in paese tutti ci conoscono, tutti ci vogliono bene. Ho fatto alcune rinunce per la famiglia, ma sono contenta, perché tanto ho lavorato lo stesso e siamo sempre stati vicini ai nostri genitori». Orietta è tuttora sulla cresta dell’onda: ospite fissa di Fabio Fazio nel salotto diChe tempo che fa?, ha appena pubblicato una nuova canzone, Io potrei. «L’estate la passo in tour», dice. «Poi in autunno lancio il video della canzone, che è bellissimo, e torno da Fazio. Povero ragazzo, quante polemiche, lo hannomassa­crato. Lui mi dice sempre: “Orietta, non credere a quello che dicono, non è vero niente”». Anche la cantante non ha avuto vita facile. «La critica mi ha sempre massacrata. Tutto a causa del biglietto che Luigi Tenco lasciò prima di suicidarsi, in cui scriveva che il suo era un atto di protesta contro il pubblico che aveva deciso di mandare in finale a Sanremo Io tu e le rose di Orietta Berti e non la sua canzone. Suo fratello mi assicurò che quel foglio non poteva essere stato scritto da lui, eppure da quel giorno i giornalist­i decisero di distrugger­mi. Una volta, il mio amico scrittore Tommaso Labranca mi disse: “Orietta, ti trattano come una ciabatta, ma tu sei una scarpa con il tacco dodici”. Per fortuna il pubblico è sempre stato dalla mia parte». Ora la Berti ha un sogno: «Mi piacerebbe fare una bella trasmissio­ne in television­e, la Festa dell’Orietta, uno show dove canto tutte le mie canzoni con una bella orchestra, per fare felici i miei fan». Le chiediamo se ha anche un sogno che riguardi la sfera privata. «Mettermi in testa che devo fare la dieta!», risponde ridendo. «Mi creda, sono precisa e puntuale in tutto, eppure la dieta no, la incomincio e dopo tre giorni sgarro». La sua tentazione più grande è una tipica torta salata emiliana. «Vado pazza per l’erbazzone, meglio se con il lardo. Quando vado al forno, lo prendo e me lo mangio di nascosto in macchina, così nessuno mi sgrida. Ma adesso basta: domani mi metto a stecchetto».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy