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PAOLO VERONESI

SOFFRO DI ASMA E SEGUO UNA TERAPIA, MA I MIGLIORAME­NTI SONO SCARSI. CHE COSA POSSO FARE?

- Roberto F., Sassari

Lei deve chiedersi con assoluto realismo se segue la terapia inmodo regolare o se ricorre alle inalazioni soltanto quando avverte difficoltà di respiro o quando sente avvicinars­i una crisi. Sembra paradossal­e, ma la stragrande maggioranz­a degli asmatici (che in Italia sono almeno 3 milioni) non ha la pazienza di curarsi davvero. È un dato che risulta da uno studio di controllo effettuato dalla Doxa su 251 soggetti asmatici. Il racconto delle loro condizioni di salute, confrontat­o con una “scala” di misurazion­i relative alla vita quotidiana, faceva emergere varie difficoltà, da quella di dover limitare il movimento fisico al disagio nel salire le scale. Come mai? Ebbene, è saltato fuori che solo il 16% degli asmatici si curava in modo costante e regolare, senza aspettare i sintomi del disturbo. Un’incuria pericolosa, se si pensa che in crisi acuta un asmatico su tre è stato costretto ad andare almeno una volta in pronto soccorso. La strategia è che ognuno dovrebbe farsi carico della terapia, perché in realtà, come dimostrano numerosi studi e osservazio­ni, «chi si cura non è malato», ed è una conclusion­e chemetto tra virgolette perché può essere il nuovo slogan nella cura dell’asma. Pensiamo una cosa sola: ci sono campioni sportivi di alto livello che soffrivano di asma, ma che curandosi hanno azzerato la malattia. Cipollini era asmatico L’ex ciclista Mario Cipollini, 50, soffriva d’asma, ma questo non gli ha impedito di diventare un campione.

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di Paolo Veronesi Presidente Fondazione Umberto Veronesi Direttore Senologia chirurgica, Ieo, Milano La nostra salute

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