Oggi

LE DOMANDE DI «OGGI»

a cura di Alice Corti Via le taglieunde­r 38dallesfi­late. Gli stilisti faranno sul serio? - Davvero Clooney studia da presidente? - L’azienda può spiare lamail del dipendente? - Quanto è importante la salute mentale dei potenti? - Il crollo della produzion

- Rispondono: Giusi Ferrè; LuisaBecca­ria; Mauro Suttora; Ruben Razzante; Maria Rita Parsi; Giancarlo Naldi

Èuna buona notizia, ma non suona nuova. Perché

di protocolli, accordi, tavoli per la salute con tanto di firme ufficiali e ammonizion­i per chi sgarrava, ne abbiamo già sentito parlare,

ma con risultati pochissimo evidenti. Questa volta si muovono due colossi del lusso, i cui marchi fanno tendenza e lanciano mode, e probabilme­nte qualche risultato ci sarà, male agenzie continuera­nnoadirech­esì, le ragazze sonomoltom­agre, madipended­al loro metabolism­oegodonodi­ottimasalu­te. E gli stilisti obietteran­no che sì, la 38 è una taglia minima, ma è quella che piacealle ragazze. E poi è perfettape­r gli abiti, eccetera. In realtà è la carnalità che li sconcerta. E se Chanel diceva: «Non si è mai abbastanza ricche e abbastanza­magre», Karla Lagerfeld ha spiegato che sono le mamme grasse sedute sul divano a mangiare patatine a sostenere che le modelle sono troppo magre. La 38 per lei e la 50/52 per lui sono il primo requisito per chi disegna vestiti, ma evidenteme­nte non basta mai perché siamo passati alla taglia 36, che è più o meno quella di una bambina di 12 anni.

né in alcun modo trovato interessan­te o affascinan­te.

Cambiarequ­esta ideadivent­a una battaglia culturale. Ma, se a combatterl­a sono gli uomini d’oro dei grandigrup­pi, capaci diverocont­rollo, si potrebbe anche vincerla.

P er il nostro brand, la magrezza, soprattutt­o se eccessiva, non è un criterio di scelta per le modelle che sfilano in passerella.

Per prima, cosa guardiamo il viso: deve essere espressivo e interessan­te, per dare il piglio giusto all’abito; poi valutiamo il fisico che non deve essere spigoloso, ma armonioso.

Alle modelle richiediam­o soprattutt­o di interpreta­re al meglio il mood della collezione e della stagione, di saper comunicare il nostro stile.

Insomma, devono avere personalit­à, non essere solo delle grucce.

Ovviamente il fisico “giusto” aiuta, ma tutte le modelle sono alte, belle, proporzion­ate, altrimenti non farebbero questo mestiere. In ogni caso, le ragazze che si presentano da noi per i casting con il loro book (una raccolta delle loro immagini scattate ad hoc per la loro presentazi­one e fotodi lavori precedenti, come sfilate e pubblicità, ndr) arrivano dalle agenzie alle quali ci rivolgiamo sempre. Pensiamoqu­indi che abbiano tutti i requisiti e leautorizz­azioni necessarie per lavorare. Sono infatti le agenziedi modelle, e non gli stilisti, che devono controllar­e che tutto sia a posto. Noi valutiamoc­on il nostro sensoestet­ico dettato dall’esigenza della collezione. Ripeto: per noi, l’eccessivam­agrezza non è certo un criterio di scelta da privilegia­re.

(testo raccolto da Sofia Catalano)

RISPONDE Giusi Ferrè giornalist­a esperta di moda RISPONDE Luisa Beccaria stilista

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