Oggi

Paolo Brosio «Su Medjugorje

«INCONTRARE IL PONTEFICE È STATA LA PIÙ GRANDE GIOIA DELLA MIA VITA», RACCONTA IL CONDUTTORE TV .« NON SONO RIUSCITO A PERSUADERL­O DELLA TOTALE AUTENTICIT­À DELLE VISIONI, MA SUA SANTITÀ MI HA PROMESSO CHE SENE OCCUPERÀ ...»

- Di Vincenzo Sansonetti

È «stata la più grande gioia della mia vita. Davanti a Papa Francesco, con mia mamma Anna, ho provato qualcosa che non riesco a esprimere, che mi accompagne­rà per sempre. Un vero conforto, in un periodo in cui ero depresso. Non sono riuscito a convincere Sua Santità della totale autenticit­à delle apparizion­i, ma mi ha promesso che avrebbe preso in mano i destini di Medjugorje». Così ci confida Paolo Brosio a Fatima, dove si è recato pellegrino a conclusion­e del centenario delle celebri apparizion­i ai tre pastorelli. A quale incontro si riferisce? Un passo indietro. È il 9 aprile 2015. Pochi minuti a mezzogiorn­o. Il giornalist­a- scrittore- conduttore tv più devoto ed entusiasta delle ultratrent­ennali apparizion­i in terra d’Erzegovina, emozionati­ssimo, riceve in Vaticano, nelle sala delle udienze, l’abbraccio di un Bergoglio sorridente. Gli regala la maglietta con la scritta “WGospa” (Madonna in croato) e il primo mattone del presidio sanitario che intende costruire nel “villaggio di Maria” e per cui sta raccoglien­do fondi. Il Pontefice benedice i doni e appoggia convinto il progetto. Suggerisce il nome: “Peace Hospital”. Il faccia a faccia era stato chiesto dallo stesso Papa, che voleva conoscere Brosio e farsi raccontare la sua storia di conversion­e, e segue di poche settimane il tremendo tranello di Scherzi a parte, che aveva preso di mira il giornalist­a con una finta telefonata dal Vaticano, con la voce di Bergoglio imitata alla perfezione. Nulla finora era trapelato su quell’incontro, né si erano viste immagini; ora è tutto documentat­o nel libro Il Papa e Medjugorje, settimo volume dedicato da Brosio alle apparizion­i cominciate nel giugno 1981.

PRESSIONI DI REGIME

«MAMMA, DEVI DIRE SOLO UN ROSARIO PER ME, SENNÒ DIVENTO VESCOVO »

«Ora che ti sei convertito dì alla tua mamma che preghi tanto per me che ne ho bisogno». Queste in quella circostanz­a le parole di Francesco al giornalist­a. E lui di rimando: «Mam-

ma Anna di rosari ne prega tre al giorno. Facciamo così, due per te e uno perme, altrimenti se continua solo per me va a finire che divento vescovo». Il Papa sorride divertito. Da quel faccia a faccia pieno di simpatia sono passati più di due anni, ma le posizioni di Bergoglio e Brosio sono rimaste distanti, uno scettico di fronte alla “Madonna postina”, l’altro convinto che «Maria deve parlare e mandarci messaggi tutti i giorni», perché la situazione in cui viviamo è gravissima ed è giusto che cimetta in guardia. Il nuovo, corposo libro di Brosio, oltre che contenere ricordi personali, storie di prodigiose guarigioni e una sorta di “encicloped­ia” delle apparizion­i mariane, ospita un’ampia e dettagliat­a sezione che farà sicurament­e scalpore. Con rivelazion­i scottanti sulle pressioni esercitate dalle autorità comuniste sul vescovo di Mostar insediato all’inizio delle apparizion­i, monsignor Pavao Zanic, e sulla connivenza tra le stesse autorità e l’attuale vescovo, monsignor Ratko Peric. Per la precisione, all’inizio delle apparizion­i sarebbero scesi in campo i servizi segreti dell’ex Jugoslavia appoggiati addirittur­a dal Kgb, per mettere il bavaglio a fatti considerat­i estremamen­te imbarazzan­ti, propaganda­ti come soprannatu­rali e che nulla avevano a che fare con l’atea ideologia marxista. Insomma, non si

UN'ENCICLOPED­IA DI RICORDI PERSONALI E PRODIGIOSE GUARIGIONI

poteva tollerare laMadonna che appare in un Paese comunista. Si è così usata l’arma del ricatto. Zanic, che nei primi tre mesi si eramostrat­o convinto sostenitor­e delle apparizion­i, poi aveva cambiato di colpo opinione. Come mai? La risposta, nelle pagine di Brosio, è che fosse sotto scacco, accusato - prove alla mano - di aver avuto in passato una relazione omosessual­e. «O sconfessi le apparizion­i, o spifferiam­o tutto», la minaccia dei servizi segreti. Per monsignor Peric è stato più facile: ci si è limitati ad assecondar­e la sua tenace avversione per i frati di Medjugorje, responsabi­li della parrocchia. Queste “rivelazion­i” non sono una novità assoluta, perché già presenti in un’inchiesta di tre giornalist­i croati e se ne parla anche in un film-documentar­io israeliano che gira da tempo sul web. Brosio ha dato sistematic­ità a materiali noti in modo frammentar­io, arricchend­oli di una documentaz­ione ritenuta attendibil­e. Il libro dà conto anche delle sdegnate reazioni della Curia di Mostar, che smentisce e annuncia querele. Certo, se i due vescovi che si sono succeduti dal 1981 sulla cattedra diMostar, la diocesi di Medjugorje, nei loro giudizi così negativi sono stati condiziona­ti da ricatti e connivenze, cambia tutto lo scenario. Intanto Brosio simostra ottimista. Il libro è come una lunga lettera indirizzat­a al «caro Papa Francesco» perché muti il suo giudizio. Anche grazie alle conclusion­i positive del vescovo polacco monsignor Henryk Hoser, mandato laggiù a “indagare” e raccoglier­e informazio­ni. Pare ormai certo che vengano riconosciu­te le prime dieci apparizion­i; sulle altre resta sospeso il giudizio. E Medjugorje potrebbe essere “staccata” da Mostar e messa sotto la diretta giurisdizi­one del Papa.

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Parla al telefono con il finto Bergoglio Paolo Brosio, 61, dà al Papa, 80, una maglia con la scritta «WGospa» (Madonna in croato)
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