Oggi

«Nostalgia Anni 50»

IL MUSICHI E REE CAROSELLO SCANDISCON­O IL RACCONTO DI UN DECENNIO VISSUTO A OSTIA. TRA MISERIA E CAMPAGNA. E UNA RAGAZZINA ZOPPA CHE PRENDEVA L’ ACQUA ...

- di Franca Graziosi, Roma

Sono una delle tante persone che amano scrivere poesie, racconti, biografie. Questa è la prima volta però che oso scrivere a un settimanal­e così importante. Vorrei parlare dei miei dieci anni vissuti a Ostia dal 1950 al 1960. Si risentiva ancora di guerra, sfollati, miseria, mancanza di tutto; abitavamo al di là della ferrovia Roma-Ostia, era ancora campagna, vi erano gli orti, pollai, frutta, intorno pascolavan­o le pecore. Inmezzo, una vecchia baracca abitata da una povera famiglia “pasolinian­a”, una ragazzina zoppa aveva il compito di prendere l’acqua dalla fontanella vicino a casa (l’acqua andava e veniva, quante liti furibonde si svolgevano intorno a codesta fontanella). Quando arrivò la television­e, noi fummo i primi ad averla: la grande sala da pranzo si riempiva, specie quando arrivò Lascia o raddoppia, oppure Il Musichiere.

Prima, anche noi come tutti si andava a vederla al Bar. L’avvento della television­e rivoluzion­ò la vita degli italiani, Mike Bongiorno portò nel suo quiz dei personaggi che ancora oggi nessuno è riuscito a eguagliare, uno su tutti Marianini, l’esperto dellamoda, un personaggi­o da Pirandello; oppure una prosperosa pettoruta Maria Garoppo, esperta nel calcio, o la signora Longari e tanti altri.

Il programma che ricordo con più commozione fu Il Musichiere, con un bonario, ironico, gentile Mario Riva, pulito, genuino; e non esistevano la volgarità e le parolacce di oggi, quando la domenica era sempre domenica, si spendeva “quattro di felicità” e si sentiva per strada il suono delle campane. Altro piccolo capolavoro di quegli anni fu Carosello, un gioiello semplice, ingenui siparietti, famoso su tutti Calimero, il pulcino nero, oppure un baffuto Calindri con il suo liquore al carciofo. Alla fine di quegli anni, arrivò Modugno che rivoluzion­ò la musica leggera, spezzò la fisicità dei cantanti di allora e con Volare e le sue braccia in cielo fece volare proprio tutti, ultimo poeta e menestrell­o. Il mondo di oggi è lontano anni luce, sembra veramente un altro pianeta, è cambiato tutto in peggio. Intanto siamo in una guerra che non è quella tradiziona­le con un esercito e un Paese contro: c’è il nemico, ma non si vede, è in mezzo a noi, una persona qualsiasi che ogni tanto si fa esplodere ed è strage. Amen. Impera un materialis­mo assoluto, non esiste più l’individuo, l’altro. Gli uomini non sentono più la voce dell’anima. Sono soli con i cellulari, per strada s’incontrano solo visi cupi, nessuno sorride più.

Facciamo un piccolo sforzo, torniamo a sorridere, un sorriso fa bene al corpo e allo spiri- to e non costa niente. Papa Francesco non fa altro che ripetere tre piccole parole: «Grazie, scusa, permesso», ma chi lo sente più… nessuno. Io lo ascolto e nonostante tutto continuo ancora ad augurare «Buona giornata» a lei, garbato e gentile Direttore, a tutti i lettori di Oggi, «Buona giornata», sempre.

IMPERA UNMATERIAL­ISMO ASSOLUTO, NON ESISTE PIÙ L’INDIVIDUO, L’ALTRO. GLI UOMINI NON SENTONO LA VOCE DELL’ANIMA

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