Anche vostro figliodice no allo studio? Aiutatelo così Marco Masoni
Come deve comportarsi un genitore con un figlio che fa i capricci per andare a scuola? Lo abbiamo chiesto a (nel tondo), psicologo esperto di problematiche scolastiche, autore di Studiare bene senza averne voglia (Erickson).
COMPRENSIONE.
«Il primo e più importante consiglio è far capire a vostro figlio che lo capite: rinunciate a prediche, sgridate o raccomandazioni che hanno solo l’effetto di esasperare il suo rifiuto. Invece è efficace dire una frase come: “So come ti senti. La scuola è faticosa e quindi ti capisco bene. Però, purtroppo, bisogna andarci. Anch’io l’ho frequentata anche se non ne avevo sempre voglia”».
MI VAI BENE COSÌ.
«Tecnicamente si chiama “prescrizione del sintomo” e ai genitori fa paura ma funziona molto bene. Dovete dire a vostro figlio: “Mi piace il modo con cui stai combattendo per non andare a scuola. Se sai combattere, significa che possiedi una bella energia: non perderla mai perché ti sarà utilissima un giorno”. Questa frase deve far passare un preciso messaggio: “Tu mi vai bene così”. Questo concetto, paradossalmente, sarà proprio quello che lo farà muovere verso il cambiamento perché lo farà sentire forte e gli toglierà il motivo per combattere contro di voi».
TI OBBLIGO A DIVERTIRTI.
«In psicologia si chiama “prescrizione paradossale”: ti chiedo di fare esattamente quello che non dovresti fare. È un trucco che funziona molto bene con i bambini che non hanno voglia di fare i compiti o studiare. Ditegli: «Siccome divertirsi è obbligatorio, necessario e fa anche bene alla salute, tu dovrai studiare un quarto d’ora e il quarto d’ora successivo dovrai assolutamente giocare”. Più cresce l’età, più allungate i tempi: mezzora di compiti e mezzora di svago e via così».