Oggi

La brutta storia di Cesare Battisti

SPARSE TERRORE NEGLI ANNI DI PIOMBO, QUINDI FUGGÌ IN FRANCIA E POI IN BRASILE. DOVE, ARRESTATO E SUBITO RIMESSO IN LIBERTÀ, ADESSO SI GIOCA IL SUO DESTINO

- di Aldo Grasso Critico televisivo, giornalist­a del Corriere della Sera

Cesare Battisti è di nuovo libero. Fermato mentre cercava di fuggire in Bolivia, è stato rimesso in libertà, per ora. Difficile prevedere se e quando verrà estradato in Italia. Battisti è uno scrittore perseguita­to per le sue idee politiche, come sostengono familiari e amici?

No, è sempliceme­nte un terrorista pluriomici­da rimasto impunito:

prima grazie anche all’aiuto di intellettu­ali francesi, che hanno fatto appello alla cosiddetta “dottrina Mitterrand” sul diritto d’asilo, e poi per volontà del leader di un partito corrotto, il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva. Al di là dei tanti discorsi che si sono fatti, la storia di Battisti è la brutta storia di un assassino condannato dalla giustizia, ma salvato dalla politica, da una triste pagina della sinistra. La giustizia è quella italiana, che gli ha inflitto l’ergastolo per quattro omicidi. Omicidi freddi e brutali che la sinistra estrema degli Anni di piombo (siamo sul finire degli anni Settanta) considerav­a “politici”, ma che omicidi erano e tali restano. Anzi, come ha dichiarato Guido Salvini, l’ultimo giudice istruttore a indagare su di lui,

«Battisti nasce come delinquent­e comune, privo di un retroterra politico.

E tutta l’esperienza dei Pac ( i Proletari armati per il comunismo, ndr) aveva come terreno di coltura il mondo del sottoprole­tariato criminale». Quando fu arrestato a Parigi nel 2004 (era un “rifugiato politico” coccolato dai fatui “intellò” francesi), subito si mobilitaro­no centinaia di “colleghi” italiani: Nanni Balestrini, Antonio Moresco, Tiziano Scarpa, Giorgio Agamben, Davide Ferrario, Guido Chiesa, Giuseppe Genna, Loredana Lipperini, Pino Cacucci, Vauro, Laura Grimaldi, Massimo Carlotto, tanto per citarne alcuni. Persino Daniel Pennac pose la sua firma. Negli anni successivi, Fred Vargas, la giallista parigina che in Francia aveva fondato un comitato contro l’estradizio­ne di Battisti, grazie all’amicizia con Carla Bruni («A Carla piacciono i miei libri») riuscì persino a parlare con l’allora presidente Sarkozy.

Tempo fa, anche alla luce della fine dell’era Lula, l’Italia ha consegnato una nuova richiesta di estradizio­ne per Battisti

che sembrerebb­e aver trovato l’appoggio dell’esecutivo brasiliano.

A volte i nostri intellettu­ali farebbero bene a sposare anche il punto di vista delle vittime,

per esempio di un Alberto Torregiani che da 38 anni vive paralizzat­o per un colpo sparato durante la rapina alla gioielleri­a di famiglia, che costò la vita a suo padre Pierluigi e a un cliente.

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