Così non Var. Gli juventini vip contro il “mostro”
«NON HA ELIMINATO I SOSPETTI », ACCUS AGI LETTI .« LOS I USI DIMENO », PROPONE LACARLUCCI. BAUD O, PERÒ, È FAVOREVOLE.ESI CANDIDA A TENERE UN CORSO
Il Var non ha ancora scelto l’articolo che lo precede – sono in molti a preferire la dicitura “laVar” e non è necessariamente un errore (vedi box) – ma ha capito benissimo cosa lo insegue: un immenso polverone. Acronimo di un giro di parole inglesi ( Video Assistant Referee: video assistenza arbitrale), sinonimo della moviola in campo, ha debuttato in Serie A lo scorso 19 agosto e “governato” 69 partite. I numeri parlano chiaro: finora, ha “riparato” 21 errori, ne ha lasciati correre tre o quattro ed è stato un formidabile acceleratore della correttezza e della spettacolarità del gioco (rispetto all’anno scorso, ci sono stati meno falli, meno ammonizioni, meno espulsioni, più rigori e più gol). Ma in Italia la matematica è un’opinione. E allora ecco la bufera. C’è chi si lamenta dei tempi troppo lunghi per consultarlo. E chi addirittura ha nostalgia «dell’errore umano, che fa parte delle cose» ( l’ha detto l’ex Presidente Fifa Joseph Blatter, uno specialista di errori umani). E poi ci sono gli juventini. Se per il calcio è una rivoluzione, per i bianconeri, giocatori e tifosi, il Var è un plotone d’esecuzione. Schierato sempre contro di loro. Buffon si è espresso pubblicamente sul punto: «Lo si sta usando in modo sbagliato e spropositato: dobbiamo liberare gli arbitri dal mostro». Noi abbiamo interpellato quattro juventini celebri: ecco cosa ci hanno detto.
«IO LO PROMUOVO» Pippo Baudo, 81, è favorevole «UCCIDE LA POESIA» Massimo Giletti, 55, vede tanti difetti
HADUE GRANDI DIFETTI»
« Massimo Giletti è tiepido. «Non sono contrario, ma mi rifiuto di san-
tificarlo: ne vedo anche i difetti», dice. «Anzitutto non ha debellato la cultura del sospetto che è tipica del mondo italiano: perché, mi chiedo, non è stato utilizzato per punire un fallo da rigore di un interista nella partita con laRoma? E poi rischia di “appiattire” gli arbitri: il Var è diven- tato il loro rifugio, non capisci più se uno è bravo o no». Il giornalista, che ha traslocato su La7 e sta per partire con un programma nuovo di zecca (l’8 novembre, il titolo è ancora top secret ma conterrà la parola “Arena”), mette nel mirino il regolamento: «Vorrei fosse più chiaro e magari che delimitasse la sovranità delVar all’area di rigore». Anche la posologia andrebbe diminuita. «Mi sembra che se ne faccia un uso quasi compulsivo: doveva essere un sostegno, invece si sta sostituendo ai direttori di gara. Se continua così, arriveremo all’arbitro robot. E la poesia del calcio va a farsi benedire», conclude Massimo. C’è però un ambito al quale Giletti lo allargherebbe volentieri: «Ci vor-
«VAUNPO’ LIMITATA » Milly Carlucci, 63, invita alla misura Per questa gomitata è successo il finimondo «TANTO VINCE IL PIÙ FORTE» Laura Barriales, 35, non si preoccupa
rebbe il Var per capire chi ha detto cosa sulla legge elettorale…». Pippo Baudo è invece favorevolissimo. «Certo, la gestione è ancora imperfetta, ma è un’imperfezione dovuta alla novità del mezzo. La manfrina per andare a rivedere l’azione incriminata sul monitor è troppo lunga, gli arbitri dovrebbero seguire un corso “televisivo”: mi candido a tenerlo. Poi sono diventati un po’ incerti: dovrebbero essere loro a “chiamare” il Var, invece spesso si fanno trascinare dalle proteste dei giocatori». Baudo, però, si rifiuta di credere a un complotto anti-Juve: «Noi perseguitati dal Var? No, è un complesso che non ho. Abbiamo dominato gli ultimi sei anni, è normale che ci siano gelosie, ma non mi pare che abbiamo subito ingiustizie “tecnologiche”». Anche Pippo, però, coltiva nostalgie: « Si è un po’ perso l’aspetto liturgico, con l’arbitro “despota” e unico padrone del regolamento». Ma con il Var, chiediamo, Moggi non sarebbe esistito? «È una domanda un po’ interista, me le rispondo lo stesso: in effetti l’attività di Luciano si sarebbe un po’ ristretta».
«TANTO NON È DECISIVO»
Milly Carlucci confessa una temporanea “disaffezione” per i colori bianconeri. «Da due mesi sono una juventina in contumacia. Ho lavorato come una matta a un nuovo programma, ho appena presentato la puntata pilota in Rai. In più sto facendo i casting per Ballando con le stelle e organizzando la tournée di Ballando on the road: il calcio l’ho dovuto mettere tra parentesi», spiega. La “fama” delVar l’ha però raggiunta lo stesso: «Se ne parla ovunque, impossibile sottrarsi. Direi che è uno strumento utile, come l’occhio di falco nel tennis: dovrebbe risolvere le situazioni dubbie, l’importante è non abusarne». Laura Barriales è il ( bellissimo) volto della Lega Calcio, ma il cuore resta bianconero. Sul Var oscilla tra l’attendismo e l’ottimismo: «È ancora in fase di sperimentazione, ci sono stati alcuni errori e altri ne verranno: lo considero comunque uno strumento utile», esordisce. Uno strumento che non influenzerà l’esito del campionato: «La Juve ha portato a casa il risultato anche quando è stato dimostrato che il Var è intervenuto inmodo erroneo nei suoi confronti: alla fine, e come sempre, lo scudetto lo vincerà la squadra più forte. E, Napoli permettendo, la squadra più forte per ora rimane la Juventus», conclude la Barriales.