Altro che travet, questa banca è un cabaret!
LA SUA AZIENDA LE HA CHIESTO UNA CLIP DIVERTENTE. E LEI CE L’HAMESSA TUTTA, CANTANDO E BALLANDO. PECCATO CHE IL FILMATO( A USO INTERNO) SI È DIFFUSO. E IL WEB L’HA MASSACRATA. LA SUA COLPA? SOLODI ESSERE (FANTOZZIANAMENTE) MOLTO “UMANA”
Scambiare due parole con la web star suo malgrado signora Katia Ghirardi è impossibile: «Non può essere disturbata: in questo momento vogliamo che stia tranquilla il più possibile», dicono, protettivi ai limiti del paternalistico, da Intesa San Paolo. Sono gli stessi datori di lavoro che hanno chiesto allaGhirardi medesima di esibirsi nel video per il quale è finita alla berlina sul web, ma poco importa: quella clip, che obbediva all’invito a raccontare in modo scherzoso la vita in banca, doveva rimanere a uso interno. Le più divertenti sono state premiate con un bell’applauso. Per esempio, quella della filiale geno- vese, sul motivo di Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani (Bankariu’s Karma). Ma c’è anche chi si è cimentato nelleOlimpiadi del bancario sulle note diMomenti di gloria. Spassose? Ridicole? Inutili? Comunque la si pensi, dovevano restare tra le quattro mura della banca, visibili ai soli 88 mila dipendenti (64 mila in Italia), per essere forse dimenticate prima del prossimo brindisi natalizio aziendale.
NEL TRITACARNE DI INTERNET
E invece sono state pubblicate abusivamente su Facebook: «È stato commesso un errore, abbiamo sottovalutato ilmodo con il quale andavano raccolte queste informazioni», dice Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori, nel video pubblicato sulla pagina Facebook di Intesa. La banca non è complice della diffusione mediatica e certo non può niente – nessuno può niente - contro i malandrini della Rete che da giorni sbeffeggiano la dipendente zelante: per quel suo troppo candido invito a recarsi nella filiale di Castiglione delle Stiviere da lei diretta perché «noi la filiale la viviamo così, insieme al cliente». E, soprattutto, sulla sua canzoncina, un inno del Sermig (il Servizio missionario giovani) riadattato e
intonato in ufficio, con voce incerta, pieni polmoni e tanto di balletto buffo, un filo raggelante: «Io ci stoooo, ci metto la faaaaccia, ci metto la teeesta cimetto il mio cuooore!». Nulla si può contro chi, sui social network, ha coniato l’hashtag #jesuisFabiò, dedicato al dipendente disertore a cui Katia, nel video, manda un saluto. Fabio è il collega che di prestarsi a quel video motivazionale non se l’è proprio sentita e si è dato malato. A questo punto del gioco («Siamo tutti con lui»), probabilmente ci vorrebbe essere ancheKatia. Certo, la “colpa” del ciclone che l’ha travolta è del web, che ha fagocitato il suo lavoretto da prima della classe, fatto poltiglia di lei e reso virale il suo appassionato spirito corporate: in fondo, per Intesa, una grande risorsa. Se avvertiamo più di un briciolo di empatia nei suoi confronti è perché non è poi così difficile metterci nei suoi panni: abitino nero e golfino rosso per ben figurare, ha – semplicemente ma con genuino, evidente trasporto – partecipato a un’iniziativa aziendale, obbedendo a un invito dall’alto in nome della propria employee advocacy (la promozione di un’azienda da parte dei suoi dipendenti): così la chiamano, in inglese, perché suoni accattivante.
SIAMO TUTTI (UN PO’) KATIA GHIRARDI
Iniziative così ne esistono da che esistono capi e impiegati: brindisi a denti stretti se vi va bene, banali eventi di team building (ancora l’inglese), magari anche di più giorni, in una pensioncina a Milano Marittima, in cui mimare affiatamento, se non amicizia, tra colleghi. Ma anche simulazioni di battaglie con la vernice gialla nei bo- schi ( leggi, paintball), inni aziendali (esiste un Ibm Corporate Songbook, prima edizione 1927), canzoncine e spettacolini da provare in ufficio e da riproporre in piazza: li fanno i ragazzi dei call center e i commessi di Apple il giorno dell’inaugurazione del negozio ma anche i dipendenti, ben più âgé, dei grandi gruppi. Li fanno, su ben altra scala, gli impiegati di tante aziende, in Giappone: si allenano al Precision Walking, e in giacca e cravatta compiono evoluzioni di gruppo coordinate, agli ordini urlati dal dirigente. In principio di tutto, almeno nel nostro immaginario, c’è però la coppa Cobram di Fantozzi contro tutti (la citano anche i sindacatidei bancari in un comunicato diramato in questi giorni): la gara ciclistica a cui tutti i dipendenti dellaMegaditta sono costretti a partecipare. Volontariamente.