Partorire a casa Quandosipuò fare e quali sono le regole per garantire la sicurezza
PERFINO K ATEMI D DL E TONNE È UNA CONVINTA SOSTENITRICE: CI SI RIAPPROPRIA DI SÉ E CAMBIAI L RAPPORTO CONI L NASCITURO. ECCO TUTTO QUELLO CHE C’ È DA SAPERE
Kate Middleton ha pressoché deciso: con molta probabilità partorirà il terzo figlio a casa, cioè a Buckingham Palace, come fece - a suo tempo - la regina Elisabetta. Sul suo esempio molte donne potrebbero riscoprire i risvolti positivi di un parto tra le quattromura domestiche. «Permette di ritrovare la naturalezza della vita, favorisce l’allattamento al seno a lungo termine e una presa in carico immediata del piccolo da parte della famiglia», testimonia Luigi Dileo, neonatologo di Torino. L’importante è non cadere tuttavia nell’azzardo. 1. Il parto in casa è poco sicuro.
FALSO. «Se le future mamme sono seguite da personale preparato e organizzato, può essere un’opportunità», dice Tullia Todros, professore ordinario diGinecologia eOstetricia all’Università di Torino. «Una donna sana (per esempio non diabetica, non epilettica, non cardiopatica e senza malformazioni del bacino) con un’età massima intorno ai 40 anni e una gravidanza dal decorso normale, che è giunta a termine senza nessuna malattia della gravidanza e che presenta il feto nella corretta posizione, può tranquillamente pensarci». I criteri di esclusione si possono leggere sul sito www.nascereacasa.it alla voce «Linee guida di Assistenza». 2. Chi haallespalleun taglio cesareo non può partorire a domicilio. VERO. «Il rischio che si possa rompere l’utero - sebbene pari allo 0,2-0,5per cento - c’è. Questoevento porterebbe lamammaaperdere molto sangue e il feto a uscire dalla propria cavitàmettendo a rischio la sua stessa sopravvivenza», dice Tullia Todros. 3. L’organizzazione è importante. VERO. È bene infatti che l’abitazione
Si ritrova la naturalezza
disti non più di 30-40 minuti di auto dall’ospedale, abbia l’ascensore e sia posta in un luogo accessibile a un’autoambulanza. Se la casa non ha questi requisiti, si può optare per una Casa Maternità (vedi il sito www.nascereacasa.it alla voce «Ostetriche»). 4. Rivolgersi a ostetriche competenti è fondamentale. VERO. «Per essere idonee devono essere iscritte all’albo professionale e avere almeno 5 anni di anzianità come ostetriche, una lunga esperienza ospedaliera, certificazioni di addestramento alla rianimazione neonatale, pediatrica e dell’adulto, e un aggiornamento sulle emergenze e sull’assistenza al travaglio a un parto a basso rischio», dice Maria Grazia Pellegrini, ostetrica dirigente all’ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina diRoma. 5. È sufficiente una ostetrica. FALSO. Le ostetriche devono essere sempre due per avere uno scambio di opinioni e per consentire brevi soste a ciascuna: un travaglio può durare anche 12 ore. 6. Il corso di preparazione al parto a domicilio non è indispensabile. FALSO. «Proprio per riappropriarsi della fiducia nel proprio corpo e nelle proprie risorse psichiche, è importante frequentare un corso», dice Lorella Mantegazza, ostetrica al S. Anna di Torino. 7. Il parto inca saperilp rimo figlio èd iverso da quello per il secondo. FALSO. Le modalità sono le stesse: dall’inizio della gravidanza fino a due o redo pola nascita, la donna viene presa in carico dalle ostetriche che la seguiranno a domicilio. Queste ultime, almomento del parto visitano all’ inizio la mamma ogni 4 ore e ascoltano il battito del cuore del bambino ogni ora per poi intensificare i controlli ogni ¼ d’ora. La donna ha la massima libertà di muoversi. 8. Il parto in acqua si può decidere
anche al momento. VERO. Usando la doccia, la vasca da bagno di casa o affittando una vasca circolare apposita. L’acqua rilassa, regolarizza le contrazioni e lenisce il dolore facendo andare via le doglie che non sono da travaglio. 9. I bambini possono assistere al parto.
VERO. A qualsiasi età se la mamma lo desidera: dopo i 3 anni di età sono solitamente più tranquilli. 10. Il parto in casa può essere rim
borsato. VERO. In Piemonte, Marche, Emilia-Romagna, Lazio, è parzialmente rimborsato. Nell’azienda sanitaria Città della Salute e della Scienza – presidio S. Anna – di Torino è gratuito: in questo caso le uniche spese da affrontare sono la visita del neonatologo e il ticket della visita dell’ostetrica a30giorni dal parto.