LORENZO E LO SCOTCH
Credo fermamente che Lorenzo aggiusterà il mondo con lo scotch. Il terzo dei miei quattro figli, intorno ai tre anni, ha scoperto lamagia reconditama potente di questo nastro che o attacchi tu o ti attacca lui. Ha scelto ovviamente la prima soluzione. Con lo scotch si fascia un dito spelato, con lo scotch tappa laboccaachinonvuol più sentire. Con lo scotch si chiude in camera. Con lo scotch ti aggroviglia le chiavi di casa in modo che non entri più. Se lo fa con quelle dellamacchina, timanderà a ramengo qualunque appuntamento, di lavoro compreso. Con lo scotch aggiusta i tasti del pianoforte che ha scollato, in modo che suoni due o tre note per volta. Con lo scotch si pettina e solo una rasatura parapidocchi potrà reintegrarlo nel mondo. Con lo scotch si chiude le orecchie se lo sgridi e la bocca quando non vuole più mangiare. Con lo scotch ti sigillailquotidiano che leggerai come un gruviera. Con lo scotch ti tappa tutti i buchi della casa, compresi le prese e gli interruttori che non prenderanno né interromperanno più nulla. Con lo scotchmisura la sua altezza e quella dei fratelli controimuri. Poi, con lo scotch copre il colore venuto via, poi l’intonaco venuto via, scavando piccole gallerie-corridoio per le mosche, zanzare & co. Con lo scotch riattacca le foglie cadute delle piante e i petali dei fiori. Con lo scotch sigilla ogni pinzatrice anche industriale, credo per annullare la concorrenza. Ma anche ognipaiodi forbici di casa è fasciato strettocomeunbacoda seta! Con lo scotch copre i graffi, lerughedi suanonnaechiude i cassetti come casseforti coi tesori di Pikitan Uncino (come tutti i bambini è nello stadio delle giunture sbilenche delle parole). Ma so che le aggiusterà con lo scotch. E buon per lui che hanno abolito il servizio militare, così nondovràmaidire: «Signorsì, signor Pikitano! ». Con lo scotchmette il segno alle pagine dei libri che gli sto leggendo. Con lo scotch fa trecce fluenti di tutte le verdure che suamadreporta dalla spesa. Poi, per dargliene una (alla volta), la fa pagare. Minestroni danababbi! Con lo scotch lega i cuscini dei divani e chiude a rete, la sera, il soffitto del suo lettino, perché non scenda il Ragno-Uomo. Sevuoi dargli la buonanotte devi infilare le labbra tra le sbarre e aspettare che ti venga incontro con una guancia. Magari ti tiri via con una striscia di scotch che ti rade la barba per l’indomani. Che poi non si sa mai dove lo tenga, lo scotch, ma sicuramente al caldo, perché la colla è più appiccicaticcia di un attack o di un bostik industriale. È capitato che corresse (adagino, però) da sua madre a mostrare la sconfitta di un rotolo di scotch che penzolava doloroso da una parte di lui ( per fortuna ancora implume): «Mi scappava la pipì, ma dovevo giocare e non avevo tempo...».
Ma non è bastata l’onta. Il giorno dopo aveva affratellato le ciabatte della colf che il primo passo lo fece in volo: «Ohmmi, Signur! Devo mettere anche le ali!». Con lo scotch appende il bucato. Se a tavola cade unaposata, arriva subito a incollarle tutte alla tovaglia. Nessun oremus approda a nulla: è capace di imporsi di non sentire. Probabilmente con un particolare rotolo di scotch che avrà nel cervello. Se sente, prima di chiudere la comunicazione, arriva magari a dirti: «I bambini biondi coi riccioli non si GRRRidano. E, se hanno j’occhi azzurri, li dài una caramella».
Sulla mia scrivania non si trova più una penna, una biro o una matita singola. Lui con lo scotch riesce a fare sculture, una più strana dell’altra, collegando ad libitum ogni cosa. L’altro giorno che ho preso dal portamatite una penna, è venuta su una carovana infinita di temperini, clips, puntine, (ahi!), caramelle, post-it e solo al fondo una gomma che, guarda caso, era quello che cercavo. - «Lorenzo! Slegasubitoquesta gomma dal treno!». - «E perché?». - «Perché mi serve!». Eun po’mi sono arrabbiato. Ma lui di più. Brandendo la gomma liberata minacciò: - «Vuoi che mi cancelli? Perché poi sparisco davvero! Eh? E nonmi vedi più! Eh?». Non si danno sberle ai bambini, neanche quando ne danno a te sotto mentite spoglie. ELorenzo sen’è andato sussiegoso, quasi offeso, lasciando dietro di sé un imperativo: - «E non scocciatemi più!».
NON SI DANNO SBERLE AI BAMBINI, NEANCHE QUANDONE DANNO ATE SOTTO MENTITE SPOGLIE