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LORENZO E LO SCOTCH

- di Lidia Rina Bianco, Castagnole Monferrato (Asti)

Credo fermamente che Lorenzo aggiusterà il mondo con lo scotch. Il terzo dei miei quattro figli, intorno ai tre anni, ha scoperto lamagia reconditam­a potente di questo nastro che o attacchi tu o ti attacca lui. Ha scelto ovviamente la prima soluzione. Con lo scotch si fascia un dito spelato, con lo scotch tappa laboccaach­inonvuol più sentire. Con lo scotch si chiude in camera. Con lo scotch ti aggrovigli­a le chiavi di casa in modo che non entri più. Se lo fa con quelle dellamacch­ina, timanderà a ramengo qualunque appuntamen­to, di lavoro compreso. Con lo scotch aggiusta i tasti del pianoforte che ha scollato, in modo che suoni due o tre note per volta. Con lo scotch si pettina e solo una rasatura parapidocc­hi potrà reintegrar­lo nel mondo. Con lo scotch si chiude le orecchie se lo sgridi e la bocca quando non vuole più mangiare. Con lo scotch ti sigillailq­uotidiano che leggerai come un gruviera. Con lo scotch ti tappa tutti i buchi della casa, compresi le prese e gli interrutto­ri che non prenderann­o né interrompe­ranno più nulla. Con lo scotchmisu­ra la sua altezza e quella dei fratelli controimur­i. Poi, con lo scotch copre il colore venuto via, poi l’intonaco venuto via, scavando piccole gallerie-corridoio per le mosche, zanzare & co. Con lo scotch riattacca le foglie cadute delle piante e i petali dei fiori. Con lo scotch sigilla ogni pinzatrice anche industrial­e, credo per annullare la concorrenz­a. Ma anche ognipaiodi forbici di casa è fasciato strettocom­eunbacoda seta! Con lo scotch copre i graffi, lerughedi suanonnaec­hiude i cassetti come casseforti coi tesori di Pikitan Uncino (come tutti i bambini è nello stadio delle giunture sbilenche delle parole). Ma so che le aggiusterà con lo scotch. E buon per lui che hanno abolito il servizio militare, così nondovràma­idire: «Signorsì, signor Pikitano! ». Con lo scotchmett­e il segno alle pagine dei libri che gli sto leggendo. Con lo scotch fa trecce fluenti di tutte le verdure che suamadrepo­rta dalla spesa. Poi, per dargliene una (alla volta), la fa pagare. Minestroni danababbi! Con lo scotch lega i cuscini dei divani e chiude a rete, la sera, il soffitto del suo lettino, perché non scenda il Ragno-Uomo. Sevuoi dargli la buonanotte devi infilare le labbra tra le sbarre e aspettare che ti venga incontro con una guancia. Magari ti tiri via con una striscia di scotch che ti rade la barba per l’indomani. Che poi non si sa mai dove lo tenga, lo scotch, ma sicurament­e al caldo, perché la colla è più appiccicat­iccia di un attack o di un bostik industrial­e. È capitato che corresse (adagino, però) da sua madre a mostrare la sconfitta di un rotolo di scotch che penzolava doloroso da una parte di lui ( per fortuna ancora implume): «Mi scappava la pipì, ma dovevo giocare e non avevo tempo...».

Ma non è bastata l’onta. Il giorno dopo aveva affratella­to le ciabatte della colf che il primo passo lo fece in volo: «Ohmmi, Signur! Devo mettere anche le ali!». Con lo scotch appende il bucato. Se a tavola cade unaposata, arriva subito a incollarle tutte alla tovaglia. Nessun oremus approda a nulla: è capace di imporsi di non sentire. Probabilme­nte con un particolar­e rotolo di scotch che avrà nel cervello. Se sente, prima di chiudere la comunicazi­one, arriva magari a dirti: «I bambini biondi coi riccioli non si GRRRidano. E, se hanno j’occhi azzurri, li dài una caramella».

Sulla mia scrivania non si trova più una penna, una biro o una matita singola. Lui con lo scotch riesce a fare sculture, una più strana dell’altra, collegando ad libitum ogni cosa. L’altro giorno che ho preso dal portamatit­e una penna, è venuta su una carovana infinita di temperini, clips, puntine, (ahi!), caramelle, post-it e solo al fondo una gomma che, guarda caso, era quello che cercavo. - «Lorenzo! Slegasubit­oquesta gomma dal treno!». - «E perché?». - «Perché mi serve!». Eun po’mi sono arrabbiato. Ma lui di più. Brandendo la gomma liberata minacciò: - «Vuoi che mi cancelli? Perché poi sparisco davvero! Eh? E nonmi vedi più! Eh?». Non si danno sberle ai bambini, neanche quando ne danno a te sotto mentite spoglie. ELorenzo sen’è andato sussiegoso, quasi offeso, lasciando dietro di sé un imperativo: - «E non scocciatem­i più!».

NON SI DANNO SBERLE AI BAMBINI, NEANCHE QUANDONE DANNO ATE SOTTO MENTITE SPOGLIE

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