Oggi

Un caffè allunga la vita? Alcuni studi lo ipotizzano

UN TEMPO IL CONSUMO ERA CONDANNATO. INVECE AVREBBE EFFETTI ADDIRITTUR­A POSITIVI, SOPRATTUTT­O NEI MASCHIE NEGLI OBESI

- di Silvio Garattini Direttore dell’Istituto di ricerche farmacolog­iche «Mario Negri», Milano

Da tempo si discute: il caffèfaben­eofa male? Il pendolo sembra spostarsi. In passato, infatti, erano stati supposti effetti dannosi - dalla cancerogen­esi alle malattie cardiovasc­olari - mentre oggi si sono accumulate varie evidenze favorevoli. Unarispost­a certa alladomand­a, però, non è facile: quando si dice caffè si usa un termine generico, mentre molto dipende dalle origini del prodotto e dalle condizioni fisiche di chi lo

beve. Ungruppodi ricercator­i, fra cui anche alcuni italiani, guidato dall’Internati on al Agencyf or Research on Cancer ha affrontato questo problema in modo diretto, chiedendos­i quale sia il rapporto fra consumo di caffèemort­alità dovuta a ogni tipo di causa in dieci Paesi europei. Lo studio denominato E PI C ha reclutato oltre mezzo milione di persone che ha seguito per oltre 16 anni. I partecipan­ti sono stati divisi in 5 gruppi in base al numero di caffè assunti, in media, al giorno: 0; minoredi 1; da1amenodi 2; da 2 amen odi 3 e più di 3. Durante questo periodo son ostate registrate 41.693morti. Si è riscontrat­o che, all’aumentare del consumo di caffè, diminuiva la mortalità. L’effetto era maggiore nei maschi (12 per cento di riduzione) rispetto alle femmine (7 %) e non era differente nei vari Paesi europei inclusa l’Italia. È interessan­te sottolinea­re che l’attività benefica del caffè non era evidente nei fumatori, ma era invece significat­iva negli obesi e nei bevitori di alcol. Il dato sui Paesi europei è in qualche modo confermato da un altro lavo roche ha preso in consideraz­ione un gruppo di africani, giapponesi e latino-americani. Anche in questo caso un alto consumodi caffè si accompagna­va a una minore mortalità. Naturalmen­te si trattadi undatoglob­ale e di tipo statistico che non autorizza la singola persona a pensare che deve bere più caffè. All’interno del gruppo studiato è possibile che ulteriori analisi permettano di stabilire chi ha vantaggio e chi invece può avere uno svantaggio dal bere caffè. Il futuro ci permetterà di avere dati più precisi equindimen­o incertezza.

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GIANNI E LAMOKA Gianni Morandi, 72, è un amante del rito del caffè, in casa o al bar.
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