Oggi

SALIERE OTTURATE (MA A FIN DI BENE)

- di Luca Goldoni

Mai notati quei colpi secchi da falegname che risuonano fra i tavoli di un ristorante? Sono i clienti che picchiano sulla tovaglia le piccole saliere di vetro con il coperchiet­to cromato a buchini. È uno dei tanti modi per tentare di salare la bistecca o il radicchio: il sale non viene giù perché è umido e ha otturato i fori. Con un energico colpo sulla tavola si libera un buco e tre o quattro grani passano. Con una decina di colpi generalmen­te si riesce a condire l’insalata. Altri scelgono un sistema meno chiassoso: svitano il coperchiet­to e con la punta del coltello estraggono la quantità di sale voluta. Se il coltello non ci passa si rovescia la dose sul palmo della mano e poi si procede con pollice e indice. Ma questo è tollerato nelle trattorie ruspanti, non nei locali chic, dove si cerca di salare direttamen­te sul piatto, assestando colpetti sul contenitor­e rovesciato. Ma spesso, anziché dispensare sale, si provoca una pioggia dei chicchi di riso che dovevano preservarl­o dall’umidità. E si potrebbe accettare anche il radicchio condito con il riso salato se i chicchi non fossero crudi e non scheggiass­ero i denti. Qualcuno, dopo aver battuto la saliera sul tavolo, rovescia sulla cotoletta l’intero blocco di sale perché il cliente precedente si era dimenticat­o di riavvitare il coperchio. E in questo caso pretende la sostituzio­ne della cotoletta, polemizzan­do con il cameriere, il quale sostiene che non spetta a lui controllar­e mezzogiorn­o e sera il corretto riavvitame­nto di un centinaio di saliere. In consideraz­ione di quanto sopra, tanta gente ha cominciato a mangiare insipido. Il che sembra giovare alla pressione arteriosa.

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