SCAPPATI DALLA GERMANIA
«casa segreta» dietro alla sede della ditta di Otto. La porta per accedervi era nascosta dietro una libreria. All’inizio speravano che dopo poche settimane o mesi avrebbero potuto uscire: a metà 1942, i nazisti avevano già cominciato a perdere, e l’entrata in guerra degli Stati Uniti prometteva bene per gli Alleati.
ANNA NON SOPPORTAVA LA MAMMA PESSIMISTA
Ma con l’andare del tempo, la prigionia si prolungava. E con essa anche le tensioni fra le due famiglie che condividevano gli angusti spazi del nascondiglio. Il papà di Anna cancellò dal diario, nella sua prima edizione, i riferimenti ai dissidi anche dentro la famiglia
A destra, la piccola Anna Frank con il padre Otto e la sorella maggiore Margot. Nell’altra pagina Otto (unico sopravvissuto) con la moglie Edith. La famiglia Frank era fuggita dalla Germania nazista nel 1933.
Frank. Anna infatti, come tutti gli adolescenti aveva un carattere ribelle e non sopportava né il pessimismo della madre, né la «stupidità» del suo compagno forzato di stanza, un dentista quarantenne. Soltanto nel 1986 venne pubblicata la versione completa del diario. Questo permise ai neonazisti e negazionisti, come il francese Robert Faurisson, di mettere addirittura in dubbio l’autenticità del diario. Ma il vero mistero che ancora resta sulla vicenda di Anna Frank è il nome di chi tradì lei e la sua famiglia. Lamattina del 4 agosto 1944, infatti, una donna telefonò alla Gestapo di Amsterdam per denunciarli, indicando il loro indirizzo esatto. Per decenni si è pensato che il re- sponsabile fosseWillem VanMaaren, che lavorava in un deposito attaccato al nascondiglio, anche se un’inchiesta della polizia non ha mai trovato conferme.
IL SOCIO DEL PADRE ERA UN FILONAZISTA
Solo nel 1998 i sospetti si sono spostati su Lena Hartog-van-Bladeren (morta nel 1963), che aveva lavorato con i Frank come donna delle pulizie. Nel 2003, altro colpo di scena: la storicaCarol Anne Lee, nel libro La vita segreta di Otto Frank, ha puntato l’indice contro Anton Ahlers, morto tre anni prima a 83 anni, socio d’affari del padre di Anna e convinto sostenitore del nazismo. La stessa Lee, però, ha poi ipotizzato