QUEL SORRISO RACCONTA TUTTO
Roma. Antonella Clerici ha fatto acquisti assieme al suo Vittorio. La coppia si incontra prevalentemente nei fine settimana, quando Antonella non va in onda. «Ma nei progetti», dice, «c’è quello di una casa insieme. Con il lavoro voglio rallentare».
to che si sarebbe dedicata meno alla televisione e più agli affetti. «Ho un contratto con la Rai in scadenza a giugno, vedremo. Certo vorrei rallentareunpo’ i tempi. Perme stessa, per lamiabambina che sta entrando in una fase delicata della vita e va accompagnata, e per dedicarmi alle passioni mie e di Vittorio. Sono in un’età in cui non devo dimostrare più niente a nessuno: lamia carriera è lunga trent’anni, sono arrivata al top di tutto». Ha già un’idea di quello che potrebbero offrirle? «No. Ma credo che laRai, come le altre aziende, abbiano bisogno di conduttrici di esperienza nel prime time. Ultimamente mi sono limitata al programma quotidiano, ma vediamo cosa mi verrà proposto». Dove s’immagina in un futuro neanche tanto lontano? «Un po’ in città, perché la città significa lavoro. E un po’ in campagna, dove poter fare una vita più ritirata. Mi piacerebbe far crescere mia figlia in una dimensione più piccola, credo sia un valore importante». Gli impegni costringono lei e Vittorio a continui spostamenti tra Roma, Milano e Genova. Diceva di pensare a una casa comune, a che punto è il progetto? «Aspettiamo gli sviluppi della nostra vita, ma è una cosa che faremo di sicuro». Lei ha sempre legato il cibo al sesso. Disse: «Ci sono le facce da filetto e quelle da lasagna». Vuol ripetere la sua teoria? «Facce da filetto: sono quelli che staccano il grasso dal prosciutto, mangiano scondito, non amano il vino. Allora sappiate che anche il dopo sarà così, una noia. Facce da lasagna: è il godurioso, quello che apprezza i piaceri della tavola, e quindi... Io e Vittorio siamo da lasagna, perché passionali in tutto». Vittorio è un romantico. Nel libro lei racconta di cento rose rosse, che le ha fatto recapitare da una cantafiorista venuta apposta da Milano a Roma. Ha intonato la sua canzone preferita... «Sì. Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi, di Battisti. È vero, racconta di un amore finito, ma fa capire che grazie a un nuovo incontro tutto può ricominciare. Vittorio mi stava dicendo che voleva esserci, che mi capiva, che un nuovo inizio era alle porte. Non avevo parole, ma credo che i miei occhi lucidi dicessero tutto». Scommetto che il suo compagno le porta la colazione a letto. «Qualche volta la domenica, quando siamo io e lui da soli. Lo fa se mi vede particolarmente stanca e sa che la domenica ho bisogno di stare a letto tranquilla, magari fino alle 10. Ma in generale siamo molto mattinieri. Ci alziamo presto, facciamo ginnastica insieme, poi colazione. Cerchiamo di fare in coppia più cose possibili. E quando guardoVittorio è come se ve- dessi la mia immagine riflessa nello specchio. Siamo molto simili». Allora è possibile che abbiate cambiato idea su un matrimonio «non necessario»? «Potrà chiedermelo mille volte ma la risposta rimane la stessa: ilmatrimonio nonci appartiene. Magari tra vent’anni, quando saremo vecchi... ma non è così importante nella nostra vita». Eppure vedo un anello con brillanti a forma di cuore al suo anulare. «Ma va, è dello sponsor! Niente anelli nienteimpegni, seèquestochevuol sapere. Però i gioielli nonmi interessano». L’aspettano la conduzione di Telethon il 16 dicembre e Sanremo young, un talent per i ragazzi nati dal Duemila in poi che si terrà proprio al teatro Ariston. Ma piuttosto: questo è un periodo di pubbliche confessioni in fatto di molestie, lei come la pensa? «Credo che quando c’è uno stupro reale e la donna è sola, si dovrebbero applicare pene più pesanti. Ma quando il pericolo si crea sul lavoro, l’importante è saper dire di no ed evitare di trovarsi in certe situazioni. Vuoi parlare di lavoro alle 9 di sera nel tuo albergo? Parliamone la mattina nel tuo ufficio, con la segretaria presente! Bisogna distinguere. E non aspettare vent’anni per denunciare: se incontri il maiale, o lo dici subito oppure lo rimbalzi e ne parli male in giro. Se poi hai talento, non c’è bisogno di queste scorciatoie: prima o poi vieni fuori. Alla fine, la gente di potere veramente in gamba apprezza di più un no. Ame è capitato di dirlo o di atteggiarmi a finta tonta. E mi hanno rispettato di più». Vuole fare nomi? «Assolutamente no, non sono mai stata molestata in modo pesante. E poi non esageriamo, sennò verranno vietate anche le battute goliardiche».