Oggi

Caporetto, ricordo indelebile

CENT’ANNI FA, LA DISFATTA DELL’ ESERCITO ITALIANO. COLPA ANCHE DI CADO RNA. MAL ASTORIA SIAMO NOI. E NEL «NOI» C’È FATALMENTE POSTO ANCHE PER IL SUO NOME

- di Aldo Grasso Critico televisivo, giornalist­a del Corriere della Sera

I l general Cadorna ‘l mangia ‘l beve ‘l dorma e il povero soldato va in guerra e non ritorna. Bom bom bom al rombo del cannon». Per sopravvive­re nelle trincee, i nostri fanti si facevano coraggio con questa canzone, le cui strofe avevano per bersaglio il loro capo supremo, il generale Luigi Cadorna. È passato un secolo dalla più grande sconfitta subita dal Regio Esercito Italiano durante la Prima guerra mondiale:

era il 24 ottobre 1917, il luogo della disfatta si chiamava Caporetto (oggi si chiama Kobarid ed è Slovenia), la tragedia costò all’Italia 40 mila tra morti e feriti gravi,

300 mila prigionier­i e un numero imprecisat­o di militari e civili sbandati o in fuga. L’intera popolazion­e del Friuli fu costretta a fuggire. La disfatta fu soprattutt­o una disfatta del Comando supremo, incarnato dal generale Luigi Cadorna e da alcuni alti ufficiali, fu la sconfitta delle nostre strategie militari e dei nostri sistemi di comunicazi­one, fu una ritirata in totale anarchia. Il famoso bollettino di guerra di Cadorna scaricava invece la responsabi­lità del disastro su alcuni reparti «ritiratisi senza combattere o ignominios­amente arresisi al nemico».

E se oggi tante strade sono ancora dedicate a questo generale, incapace di assumersi le proprie colpe, si deve solo alla propaganda di Mussolini che aveva bisogno di crearsi una mitologia guerresca.

Gli storici sono concordi nel descrivere le turbe del generale: era convinto di non sbagliarem­ai e quando le cose non funzionava­no, cercava subito dei colpevoli nei sottoposti. Gestiva i soldati attraverso punizioni, fucilazion­i, silurament­i degli ufficiali. Considerav­a i soldati come carne da cannone, come strame della storia. Un comandante così non avrebbe meritato l’onore di piazze e strade, ma l’onta della Corte Marziale. Che facciamo? Ci armiamo di picconi, come fanno oggi gli americani con le statue di Cristoforo Colombo, andiamo tutti a Pallanza, dove sorge il mausoleo del generale Cadorna e lo buttiamo giù? Cancelliam­o il suo nome da strade e piazze?

Rispetto agli americani, abbiamo alle spalle più di 2 mila anni di storia e di cultura, abbiamo imparato che le colpe non sono sempre di una sola persona

(il capro espiatorio), sappiamo che si può dare un giudizio storico su una persona, ma sappiamo altrettant­o bene che non si può cancellare la storia. La storia siamo noi e nel noi c’è fatalmente posto anche per il generale Luigi Cadorna. Basta averne coscienza.

GLI STORICI SONO CONCORDI NEL DESCRIVERE LE TURBE DEL GENERALE: ERA CONVINTO DI NON SBAGLIARE MAI

 ??  ?? A Pallanza (Verbania), sul lago Maggiore, c’è un mausoleo dedicato a Luigi Cadorna (1850-1928), sotto. IL MAUSOLEO
A Pallanza (Verbania), sul lago Maggiore, c’è un mausoleo dedicato a Luigi Cadorna (1850-1928), sotto. IL MAUSOLEO
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