« Senza i gemelli nonvivopiù » «Non posso stare un giorno via da Amal e dai nostri figli»
QUANDOÈINVIAGGIO DASOLO, ILDIVOEREGISTA DI SUBURBICONPROVA NOSTALGIA. «ELLAHA GLIOCCHIONI DELLASUA MAMMA. ALEXANDER MANGIA, DORME E RIDE»
Appena mi vede, George Clooney tira fuori il suo iPhone e mi mostra un splendida foto dei suoi gemelli. A sinistra c’è Alexander, ciciottello che ride beato, e a destra Ella, che ti guarda con due occhioni curiosi. «Stupendi!», esclamo, «Ella è uguale ad Amal, e lui…». George finisce la frase per me: «Alexander è felice come me. Mangia, dorme e ride. Non ho mai visto nessunomandar giù tanta roba. Guarda, è il doppio di lei. Sto sco-
prendo che avere due gemelli e come avere ben più di due figli. E poi sono diversissimi. Ella è tutta occhi e ti guarda in maniera intensa ma delicata. Lui non fa altro che mangiare, dormire, ridere e fare versetti come “Uh, uh”. È bellissimo stare con loro. Mi fanno divertire unmondo. E Amal è unamamma straordinaria. Nei pri- mi mesi dormiva due ore per volta, a intervalli, sempre pronta ad allattarli. È bellissimo vederla in questa sua nuova veste». George è un fiume in piena. Il ritratto della felicità. «Quando sono lontano da loro, non vedo l’ora di tornare a casa al più presto», confida mettendo via l’iPhone. Lo, sa, George, che poco tempo fa ero con Nicole Kidman e le ho ricordato di una scommessa da 10 mila dollari fatta con lei, una scommessa che Nicole ha perso... «Chemi sarei sposatoentro i 40anni?». Esatto, però era certa che lei sa-
rebbe diventato un bravo papà. Come le è cambiata la vita da marito e padre? «Ho sposato una donna che tira fuori il meglio di me. E mi ha regalato questi due marmocchi che mi rendono responsabile come non lo ero mai stato. Ella e Alexander sono nati in una posizione di privilegio. So benis- simo che non sarà facile allevarli sotto questa bolla di celebrità. Dovremo far capire loro che tante persone al mondo non sono fortunate come la nostra famiglia». Ci incontriamo prima di una serata di gala per Suburbicon, il film da lui diretto, con Matt Damon e Julianne Moore, che è stato presentato in concorso al Festival di Venezia. George è in gran forma. Fisico asciutto, blue jeans e maglietta, sembra un ragazzo. Gli mostro la copia di Oggi con lui e Amal in copertina. « True love! » esclama George, traducendo «Amore vero» che è lo strillo di cover e dicendo: «Sì, me l’hanno già mostrata». E aggiunge: «Ah, con i paparazzi è una lotta continua. Ma sono contento che la gente cominci a capire che il nostro matrimonio è straordinario. Non potrei essere più innamorato e più felice, con la famiglia che ho. Ho 56 anni, una certa età, e non avrei mai immaginato che mi sarebbe accaduto. È come la ciliegina sulla torta. Prima pensavo che tutta lamia vita ruotasse intorno alla carriera. Poi è arrivata Amal, e il nostro amore incredibile. Infine, questi due meravigliosi bambini che mi fanno ridere tutto il giorno. Oggi Amal sta continuando a inviarmi le loro foto sul telefonino. E penso, “Accidenti, vorrei essere lì con voi”. Chi l’avrebbe detto?». Suburbicon, che uscirà in Italia a dicembre, è tratto da un copione dei fratelli Coen poi riscritto da Clooney con Grant Heslow. «I Coen l’hanno scritto 30 anni fa ma non l’avevano mai girato: al centro, un macabro delitto domestico per incassare i soldi dell’assicurazione. Mi ha ispirato anche un documentario, Crisis in Levittown, su una città modello costruita negli Anni 50 per i bianchi, in Pennsylvania: quando una famiglia di colore, i Meyers, comprò una delle villette, scoppiò il pandemonio. Poi è arrivato Trump, con la sua campagna elettorale, e ho pensato di inserire il caso di Levittown nel copione. Così,
«DOVREMOFAR CAPIRE AI NOSTRI FIGLI CHE TANTI ALMONDO NONSONOCOSÌ FORTUNATI »
mentre la famiglia “perbene” dei Lodge commette il delitto, nessuno li nota perché sono tutti presi a protestare contro l’arrivo della famiglia di colore». L’episodio dei Meyers quindi è un fatto vero? «Verissimo. I Meyers sono qui stasera, al galà». Il razzismo è al centro di Subur
bicon. Quanti anni aveva quando si è reso conto del conflitto razziale in America? «Sono cresciuto negli Anni 60 in Kentucky durante il movimento dei diritti civili. Avevo sette anni quando Bob Kennedy fu assassinato, e 24 giorni prima avevano ucciso ancheMartin Luther King. Sembrava che tutti potessero morire così. Ricordo che raccolsi tutte lemie pistole e fucili giocattolo e per paura li consegnai a mio padre. Lui, che conduceva le news, li mostrò in televisione. Con gli anni, sembrava che avessimo superato il peggio. Eppure il razzismo è ancora radicato in noi. E i fatti di Charlottesville ( un suprematista bianco si è scagliato in auto contro un corteo antirazzista, uccidendo una manifestante, ndr) ce lo confermano». Soluzioni? « Opporsi alla politica di Trump, ai muri, all’emarginazione delle minoranze, al divieto d’ingresso di cittadini di otto Paesi, molti dei quali solo perché a maggioranza musulmana. Un clima che mi fa temere per il futuro dei miei figli e del mio Paese». Ma per lei, personalmente, qual è il segreto della felicità? «L’ho capito comprando la casa sul lago di Como. All’inizio pensavo a un investimento. Poi, quando ho visto gli operai che ci lavoravano, cantando e bevendo buon vino, mi sono reso conto che stavano meglio di me. Per 25 anni homangiato in piedi e di corsa. Loro si prendevano il tempo della pausa a pranzo e tornavano a casa pensando alla cena ( ride, ndr). Ma penso anche all’esempio di un allenatore di basket, Jim Valvano: stava per morire di tumore, ma ripeteva che nella vita devi fare il possibile per ridere ogni giorno. Ridi di gusto, e renderai più felice il mondo che ti circonda. Bisogna essere ottimisti. Vedere una giornata di pioggia come una splendida giornata di sole. Io sono cresciuto nelKentucky, tagliavo il tabacco per 3 dollari e 33 centesimi l’ora. Non sono nato per fare l’elitario diHollywood, affronto ogni giorno come un’avventura». E Amal, che tipo di donna è? «Incredibilmente divertente. Spiritosa. Anche se nessuno lo immagina. Perché lei è così elegante, professionale e non rilascia interviste. All’inizio tutti l’avvicinano in punta di piedi. Ma chi ha occasione di parlarle, si rende subito conto di come è fatta». E invece George Clooney è... «Uno che impara. Ho ancora un sacco da imparare. E come dice Robert Mitchum in Le catene della colpa, “non homai imparato niente sentendome stesso parlare”. La cosa comica è che adesso mi trovo a imparare da due bambini che dovranno guardare il mondo con occhi diversi. E questo è proprio emozionante».
« AMAL È DAVVERO UNA MAMMA STRAORDINARIA. NEI PRIMI MESI DORMIVA A INTERVALLI DI DUE ORE PERALLATTARE I GEMELLINI »